Convention
Non si trattava di Washington né della Casa Bianca, ma era molto americana l’atmosfera che si respirava ieri sera al Dumbo, nell’area riqualificata di via Casarini, per la chiusura delle Primarie Pd a Bologna di Elly Schlein. Faceva pensare a quella che si vive oltreoceano durante le campagne elettorali.
Davanti a centinaia di persone arrivate per sentire la prima papabile segretaria donna della storia del Partito Democratico, non si è tenuto infatti un comizio all’italiana, con un leader da solo sul palco, ma un carosello di interventi senza bandiera culminati col suo.
A presentarla, in un mix fra show e politica, il consigliere comunale Mattia Santori e la collega, e segretaria del circolo dem del Pratello, Mery De Martino che, svestendo per qualche ora i panni della politica, hanno assunto quelli di conduttori, rimbalzandosi anche qualche passaggio scherzoso sul palco. È Santori a dire infatti alla De Martino: «Sei la nostra Alexandra Ocasio Cortez» e, anche se l’effetto prodotto sembra solo quello di qualche risata tra il pubblico, aggiunge comunque un altro tassello al mosaico di una serata dall’ispirazione internazionale.
Elly, colei che nel 2008, a soli 23 anni faceva parte dello staff elettorale della prima campagna di Barack Obama contro John McCain, non ha dimenticato il suo passato, forse non l’hanno fatto nemmeno i suoi elettori. E pare di capire che abbia voluto riportare i contenuti della sua esperienza anche in questa serata che si chiama “Parte da noi”. Dove risuona lo stesso noi di quel “Yes, we can” che nel lontano 2009 rimase nella memoria collettiva in occasione dell’elezione del primo presidente di colore.
Prima dell’ingresso della candidata sul palco, una serie di interventi, che non sono solo classiche manifestazioni di sostegno ma che hanno lo stile di speech all’americana: prima le rappresentanti della Saga Coffe, passate alle cronache per la lotta sindacale sul lavoro, poi l’attivista-pacifista Max Collini, infine il sindaco Matteo Lepore che si sofferma sul tema della costruzione della pace, riferendosi alla tesissima situazione in Ucraina.
E quando è la volta della Schlein, in un blazer bianco, tra l’elegante e il casual, prova a toccare tutti gli argomenti: dalla casa, al salario minimo, ai diritti lgbtq+ ripetendo più volte un mantra «la destra ti dice che non ci sono alternative. Ma non è così. Spesso invece la sinistra si è adeguata». A un certo punto torna la ragazza di quel 2008 e così come Obama nel suo discorso di insediamento aveva detto che bisognava scegliere «tra la paura e la speranza», così lei dichiara che ha scelto di candidarsi proprio per ricostruirla, quella speranza.
Tra gli applausi, senza bandiere del Pd, finisce quella che sembra una convention.
Nell'immagine la candidata alla Segreteria. Foto: Alessandra Arini