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vista da Palazzo Poggi

Farete tutte le scale, gradino per gradino, accompagnati dai raggi del sole che illuminano le antiche stanze di Palazzo Poggi, in via Zamboni 33. Dagli affreschi di Niccolò Dell’Abate e Pellegrino Tibaldi, all’osservatorio in cima alla Torre della Specola. La visita inizia dal padre dei naturalisti, Ulisse Aldrovandi, che per tutta la vita studia e riproduce vegetali, animali e minerali. Dalle anaconde e i coccodrilli trovati in Sud America cinquecento anni fa, al Coco de Mer (un raro seme della palma) delle Seychelles. Più avanti, c’è il Museo Ostetrico Giovan Antonio Galli con la raccolta di cere anatomiche del Settecento. Salendo la scala elicoidale, che porta all’antico osservatorio, si scoprono gli antichi segreti dell’astronomia bolognese. Prima ancora di Foucault, Giovan Battista Guglielmini fa cadere una piccola sfera di piombo dalla Torre della Specola per dimostrare il movimento della Terra intorno al Sole. Poco più su c’è il modellino dello specchio di Guido Horn d’Arturo, inventato un secolo fa per osservare le stelle. Quasi in cima, troverete la Sala dei Globi e delle sfere armillari, antichi antenati dei mappamondi. E, dopo tutta la ripida salita, il panorama dalla Torre della Specola è impressionante. In un solo colpo d’occhio racchiuderete tutto il centro storico, con i colli che abbracciano la città e, sullo sfondo, il santuario di San Luca.

 

In copertina la vista da Palazzo Poggi. Foto di Amalia Apicella