Intervista
Mancano solo cinque giorni alle Primarie Pd. Ieri sera i due candidati alla segreteria del partito, Elly Schlein e Stefano Bonaccini, si sono confrontati davanti alle telecamere di Sky Tg24. Abbiamo chiesto a Paolo Pombeni, politologo, un commento sul duello in casa dem.
Dibattito Bonaccini-Schlein a Sky Tg24: chi è il vincitore?
«Non lo so. Dobbiamo ricordare che questi dibattiti vengono seguiti da persone che sanno già per chi voteranno e cercano conferma delle proprie scelte. Il resto dell’audience è dato da spettatori che ascoltano perché cercano la zuffa, ma poi non voteranno né per l’uno né per l’altra candidata».
Chi vincerà le Primarie Pd?
«Non lo so, perché nessuno sa chi andrà a votare e quale sarà l’affluenza alle urne. Se andranno a votare gli elettori veri del Pd credo che confermerebbero il risultato ottenuto nei circoli. Se invece, grazie anche a questa agitazione mediatica, arriveranno soggetti nuovi, può darsi che Elly Schlein avrà qualche possibilità di vittoria in più. C’è anche il rischio che dopo aver votato queste persone scompariranno, non si sa che fine faranno».
Chi tra i due candidati, una volta diventato segretario Pd, potrebbe essere il più adatto a sfidare Meloni?
«Sicuramente Bonaccini, perché Meloni si confermerà come una persona che, dal suo punto di vista, sa governare, una “realizzatrice”, e quindi può sfidarla solo un altro “realizzatore”. Schlein è invece una che si limita a lanciare slogan, è il corrispettivo di quello che è avvenuto con i Cinque Stelle. Ci sono periodi in cui queste figure incontrano consenso, perché gli slogan piacciono alla gente. Quando però ci si rende conto che dire le cose non basta per farle succedere, allora queste persone si ridimensionano».
Alleanze: Bonaccini sembra favorevole a un grande centrosinistra, Schlein invece appare orientata più verso sinistra. Che cosa ne pensa?
«Il problema fondamentale è che le alleanze hanno successo se il politico propone qualcosa di vantaggioso anche per gli alleati. È ovvio che Bonaccini è più “titolato” per avanzare proposte che possono realizzarsi concretamente, che sono vincenti e questo può attrarre possibili alleati, tanto da destra come da sinistra. Schlein non ha questa capacità, lei è più ideologica, non riesce ad attrarre entrambe le parti, deve sceglierne una e per forza di cose sceglie quella più a sinistra. Schlein fa dei discorsi astratti. Abbiamo capito che vuole abolire le disuguaglianze; ma in che modo?».
Quindi definirebbe Bonaccini concreto, Schlein più astratta?
«Certo, Bonaccini è uno che ha fatto, non è ben chiaro invece che cosa ha fatto Schlein nel ruolo prima di deputata e poi di vicepresidente della Regione».
Tra Schlein e Bonaccini chi sarà in grado di sottomettere le correnti interne al Pd?
«Nessuno dei due. Quando un partito ha una struttura come quella del Pd per venirne a capo ci vuole molto tempo e molto lavoro. Questo lavoro può essere portato avanti solo inanellando successi, ora non possiamo sapere a priori quale di questi due candidati otterrà dei successi, è quindi difficile dire chi dei due riuscirà a porre un freno a queste correnti».
C’è la possibilità che in caso di vittoria di Bonaccini Schlein ricopra il ruolo di vice segretaria. Che cosa ne pensa?
«È una possibilità sciocca ma reale. È sciocca perché è sbagliato comunicare alle persone che non ci sono delle differenze tra due candidati politici, quando in realtà ce ne sono. Non c’è futuro in politica se si fanno questi “pastrocchi”».
In foto: Stefano Bonaccini, Elly Schlein
Crediti foto: Agenzia Dire