Mattia Santori

Mattia Santori

Tra le fila dei sostenitori di Elly Schlein Mattia Santori, ex leader delle Sardine e neoconsigliere comunale. Intervistato da Incronaca, ha espresso la sua su Primarie, dibattiti interni e futuro del partito. 

 

Perché sostiene Schlein?

«Lei ha la capacità di rivolgersi a una comunità che aiuterebbe il Partito Democratico. Questa abilità di parlare al di fuori del partito attualmente non la possiede nessuno degli altri tre candidati. Sono convinto che lei possa incarnare una leadership di tipo plurale. C’è bisogno di nuova linfa». 

 

Ha affermato che all’interno del partito c’è qualcuno che teme Schlein.

«C’è gente che pensa che in politica basti investire in comunicazione e social per fare risultato. Si stanno rendendo conto che alla fine sono le persone in carne ed ossa che vanno a votare, si iscrivono e partecipano. A Bologna la Schlein riesce proprio in questo, sta mobilitando sempre più iscrizioni. Quando qualcuno dell’altra parte si è reso conto che c’erano diverse nuove tessere chieste dai circoli vicini alla Schlein, ha iniziato a insinuare il dubbio che potessero essere false, bianche e non perfettamente trasparenti». 

 

Per esempio chi?

«C’è stata una richiesta in federazione da parte del comitato di Bonaccini di un riscontro più chiaro sulle tessere date, insinuando il dubbio che non fossero assegnate a persone reali. Questo per mettere in cattiva luce l’avversaria, temendo che la Schlein porti dentro più gente rispetto agli altri candidati». 

 

A proposito di tessere, c’è il rischio che i nuovi iscritti possano evaporare dopo le Primarie?

«Noi dobbiamo evitare questo fenomeno. La sconfitta non è la vittoria di Bonaccini o di un altro candidato, ma se le persone che abbiamo spinto e invogliato per partecipare a questa fase andassero perse perché non li coinvolgiamo in quella successiva». 

 

Perché si è tesserato solo a dicembre?

«Per tre ragioni. Innanzitutto, mi sono tesserato come completamento di un percorso su Bologna, dove sono stato eletto in consiglio comunale. Successivamente per prendere parte alla fase costituente del partito e avere voce nel dibattito cittadino. Infine, per la candidatura di Elly Schlein che mi sta dando l’opportunità di avere qualcuno che mi rappresenti. È vero che sono un nuovo tesserato però mi sento responsabile tanto quanto i vecchi iscritti». 

 

Se Schlein perdesse lei farebbe ancora parte del partito?

«Sì, perché stiamo costruendo una nuova comunità politica al di là del congresso. Il lavoro non finisce il 26 di febbraio o quando sarà. Abbiamo una comunità di centrosinistra da ricostruire».

 

Se Schlein dovesse perdere potrebbe rappresentare l’ultimo giro di boa del partito?

«Per me il Pd a guida Bonaccini oltre a non avere un’innovazione sulla leadership necessaria è un Pd che scopre molto il fianco a sinistra, è più soggetto a contaminazioni». 

 

Lei però aveva sostenuto Bonaccini alle ultime regionali

«Il fatto di essere un buon amministratore non coincide con l’essere un buon segretario di partito. Il migliore giocatore di una squadra non è detto sia capace di allenarla. In questa fase a noi serve una buona allenatrice, perciò preferisco una leadership più plurale che è quella di Schlein piuttosto che una figura più tendente al decisionismo come quella di Bonaccini. La sua è una candidatura costruita sull’Io, sulla sua immagine, una costruzione più improntata sul vecchio non tanto diversa dalla Lega». 

 

Cosa ci vorrebbe per risvegliare il popolo del non voto, compresi i giovani? Di nuovo le Sardine? 

«Le Sardine avevano la capacità di coinvolgere in una forma semplice di partecipazione, cosa che manca a oggi nei circoli, nelle sezioni e nei collettivi. Non esiste un’alternativa all’assemblea di due ore. Dovremmo trovare delle nuove forme di partecipazione più immediate. Questo è il modo con cui si coinvolgono non solo i giovani ma tutte quelle generazioni che vedono la politica come un contratto gravoso lontano dalla propria realtà. La leadership di un partito serve a dare la scintilla, che si accende se l’invito viene rivolto alle singole persone». 

 

 

Nell'immagine Mattia Santori. Fonte: Comune di Bologna