imposte

Turisti in centro a Bologna (foto Ansa)

 

Nel 2024 la tassa di soggiorno ha portato nelle casse del Comune di Bologna 18 milioni di euro. Ma per il 2025 la proiezione è già più alta: 21 milioni. «È l’effetto combinato del Giubileo e dell’aumento delle tariffe, che ora possono arrivare fino a sette euro a notte», spiega Mattia Santori, consigliere comunale con delega al turismo. «La stima è di incassare circa 21 milioni: Bologna è ormai una città turistica a tutti gli effetti e l’imposta è uno strumento che ci ha permesso di investire proprio su questo sviluppo».

Un terzo del gettito, fin dal 2012, viene destinato a Bologna Welcome, la DMO (Destination Management Organization) nata proprio grazie alla tassa di soggiorno.

«Fu un patto con gli albergatori», ricorda Santori. «Una parte della tassa sarebbe servita a promuovere la città. E così è stato: due milioni vanno ogni anno a Bologna Welcome, il resto quasi tutto al sistema culturale».

La tassa di soggiorno è però diventata anche un motore per la cultura cittadina, un modo per sostenere quella tradizione culturale che da sempre definisce la città felsinea. Dal teatro alla musica, dal cinema ai musei, fino alle biblioteche, gran parte delle risorse raccolte attraverso il turismo torna alla città sotto forma di eventi, rassegne e progetti che animano la vita quotidiana dei bolognesi.

L’80% dell’imposta finanzia infatti il sistema culturale cittadino: dal Teatro Comunale alla Cineteca, fino alle biblioteche e agli eventi specifici che vengono scelti di anno in anno come Bologna Estate o il Capodanno in piazza. «È una scelta politica precisa: reinvestire ciò che arriva dal turismo in cultura per rafforzare l’identità della città», conclude Santori.