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Filippo Pieri

Il segretario della Cisl Emilia-Romagna Filippo Pieri (foto di Marcello Benassi)

 

La situazione internazionale, lo stato di salute delle imprese emiliano-romagnole, il rinnovo del “Patto per il Lavoro e per il Clima” e i rapporti con Cgil e Uil: il segretario della Cisl Emilia-Romagna Filippo Pieri ha fatto il punto sull’attività e sulle posizioni del sindacato, di fronte alla platea del quattordicesimo congresso regionale, riunito all’hotel Savoia Regency di Bologna. «Vogliamo la costruzione di un grande patto di popolo, capace di recidere le radici del rancore che attanagliano la nostra società – ha esordito il segretario – occorre che tutte gli attori sociali dialoghino con l’obiettivo di un grande rinnovamento».

Forte, nel suo intervento, la difesa della concertazione, vista come il punto d’incontro privilegiato fra imprenditoria e forza lavoro. Pieri ha rivendicato la partecipazione ai tavoli sindacali condotta dalla Cisl, anche laddove Cgil e Uil hanno prediletto posizioni conflittuali. «La contrattazione è un bene collettivo – ha sostenuto – il lavoro non si può rappresentare con gli stessi strumenti del secolo scorso. Partecipare ai tavoli paga, nonostante altre sigle abbiano assunto atteggiamenti oppositivi, tesi a non siglare gli accordi».

L’auspicio della Cisl resta quello di un fronte sindacale unitario, specialmente a fronte dell’emergenza relativa alle morti bianche. «Ogni morte sul lavoro è un fallimento del sistema – ha insistito Pieri – la cultura della sicurezza deve entrare in ogni luogo di lavoro. È fondamentale l’applicazione della patente a crediti a tutte le realtà produttive, nonché un’adeguata formazione delle maestranze». Un intento che, ad avviso del segretario Cisl, si può avvicinare grazie al rinnovo del “Patto per il Lavoro e per il Clima”, siglato nel 2020 con la Regione. Il documento, teso a orientare le scelte di sviluppo economico e produttivo in Emilia-Romagna, è in questi giorni oggetto di revisione e attualizzazione da parte di via Aldo Moro, ma la Cisl sprona per un’accelerazione dei tempi.

«La prima bozza che abbiamo visto contiene molti dei nostri auspici – ha commentato Pieri – ma la difficile situazione economica ci spinge a esortare maggiore rapidità. Ci serve questa bussola, è fondamentale per orientare le scelte in termini di sviluppo e crescita». Un sistema industriale, quello emiliano-romagnolo, che soffre soprattutto nelle realtà manifatturiere minori, mentre i soggetti produttivi più grandi paiono “abituati” alle congiunture cicliche. «Certo, la nostra economia è orientata all’export, è chiaro che soffra dazi e guerre», ha spiegato il segretario.

Grande anche l’attenzione alla situazione internazionale, con una condanna netta dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. «Ci siamo schierati fin da subito con gli aggrediti, senza se e senza ma – ha ricordato il segretario – crediamo in una pace giusta, non in una resa. Ugualmente, si deve ammettere che Israele ha passato il limite della disumanità».

Applauditissimo dai delegati, Pieri si è poi spostato sul contesto europeo, spronando alla coesione all’interno dell’Unione: «Vogliamo una difesa comune, a sostegno della pace. Serve un coordinamento fra gli stati membri, anche in ambito militare». Una posizione sostenuta anche dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, attuale direttore dell’Istituto Jacques Delors, che ha inviato il proprio saluto al congresso mediante un videomessaggio. «All’unione monetaria bisogna affiancare il mercato unico europeo – ha detto l’ex segretario del Pd – anche in merito a telecomunicazioni, energia e finanza. L’Europa deve far sentire i propri valori, anche a fronte di Trump che tratta Panama e la Groenlandia come Putin tratta l’Ucraina: per gli europei, il rispetto dell’autodeterminazione dei popoli è fondamentale».

Presente al congresso anche il presidente dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, che ha giustificato il ritardo relativo al “Patto per il Lavoro e per il Clima” con la sentenza contraria del Tar del Lazio. «Il Patto contiene anche la designazione delle aree relative agli impianti per le energie rinnovabili – ha spiegato De Pascale – ci lavoravamo ventre a terra da due mesi, quando il Tar del Lazio ha messo in discussione un decreto del governo in materia. Auspichiamo che l’Esecutivo acceleri sui tempi, altrimenti rimaniamo in stand-by».