onorificenza

Pamela Malvina Noutcho Sawa, il sindaco Matteo Lepore e l'assessora allo sport Roberta Li Calzi durante la cerimonia di consegna della Turrita d'argento (foto di Paolo Tomasi)

 

«È prima di tutto un riconoscimento al mio essere cittadina, ai miei sforzi, serve a dire a tutti i bambini e le bambine che possono arrivare dove vogliono: continuate a lavorare su voi stessi e sui vostri sogni». È visibilmente emozionata Pamela Malvina Noutcho Sawa mentre ritira dalle mani del sindaco Matteo Lepore la Turrita d’argento, l’alta onorificenza del Comune di Bologna riservata a persone, associazioni o aziende che hanno dato un contributo significativo al progresso della città. Il riconoscimento di Palazzo d’Accursio arriva per celebrare la sua conquista del titolo di campionessa del mondo Ibo dei pesi leggeri, arrivata lo scorso 8 novembre con la vittoria al “PalaDozza” contro la pugile argentina Karen Elizabeth Carabajal.

«Noi ragazzi di seconda generazione spesso pensiamo che certi traguardi non li potremo mai raggiungere ma alcune volte, purtroppo non sempre, il colore della pelle e la provenienza non contano ma conta quanto lavori, contano le persone che hai intorno e il valore che riescono a darti», commenta.

Nata in Camerun nel 1992, Pamela è arrivata in Italia a otto anni per ricongiungersi col padre e, dopo un’adolescenza vissuta in Umbria, si è trasferita a Bologna per frequentare il corso di scienze infermieristiche all’Alma Mater. I suoi successi sono il coronamento di una storia virtuosa che attraverso lo sport parla anche di integrazione. La cerimonia della Sala Rossa segna il riconoscimento della città al valore del percorso di Noutcho Sawa e rende implicitamente omaggio anche al tessuto di realtà sportive indipendenti senza le quali molti talenti non avrebbero possibilità di esprimersi.

Noutcho Sawa è venuta a contatto per la prima volta con il pugilato durante un tirocinio in un centro di accoglienza per senza fissa dimora e ha costruito la sua carriera fra le sedici corde della Bolognina Boxe, una palestra popolare che accoglie e forma anche chi non può permettersi di pagare gli allenamenti. Anche ora che ha conquistato un titolo mondiale la sua vita si muove fra i contrasti di una carriera di livello internazionale e la routine dei turni da infermiera all’Ospedale Maggiore in una vicenda di riscatto che prima di essere agonistica è soprattutto umana.

«Tre anni fa ero in Comune a prendere la cittadinanza bolognese e ora sono tornata per ritirare la Turrita, di questo passo fra tre anni diventerò sindaca - scherza Noutcho Sawa dopo la cerimonia – Al di là delle battute per me è stata una grande soddisfazione essere riconosciuta come cittadina bolognese, come me ci sono tantissime altre persone che meritano la cittadinanza: vorrei che si facesse qualcosa per renderla accessibile a tutte e tutti».