Opinione

Gianpiero Calzolari (foto Ansa)
«Non so ovviamente se il nuovo assetto avrà risvolti positivi, quello di cui sono certo è che la cultura associativa in un’azienda non compare da un giorno all’altro». Risponde così Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo e di Bologna Fiere, sulla proposta della Cisl divenuta legge ieri che prevede la possibilità di applicare dinamiche simili alle cooperative per tutte le imprese. «Il processo associativo difficilmente viene innescato da una legge. Serve che ci siano alla base buone relazioni industriali, la consapevolezza dell’imprenditore nel riconoscere i meriti tra i suoi dipendenti e procedere a premiare i risultati. Se questa cultura associativa manca non è una norma a farla apparire», ha continuato Calzolari.
La nuova legge, già passata alla Camera dei deputati a febbraio, è stata approvata ieri anche da una votazione in Senato. Prevede quattro possibili forme di partecipazione dei dipendenti: gestionale, con rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione, economica, con la redistribuzione di parti degli utili, commissioni paritetiche per migliorare l’organizzazione aziendale e una commissione nazionale per il monitoraggio della corretta applicazione della legge.
Calzolari si è poi espresso anche sul tema della sostenibilità ambientale delle piccole e medie imprese, tema della tredicesima edizione dell’Osservatorio annuale sulle Pmi in cui partecipava in una tavola rotonda: «Per chi fa imprenditoria nell’agricoltura è evidente l’impatto del cambiamento climatico e non solamente degli eventi più catastrofici. La filiera cooperativa ci permette di raggiungere risultati più grandi della somma dei singoli anche in questo campo». Sul tema caldo degli ultimi mesi, i dazi, non fa trapelare invece grosse preoccupazioni: «I prodotti che vendiamo negli Stati Uniti sono già costosi di per sé, sovraprezzi del 10 o 20% non taglieranno fuori troppi acquirenti. I dazi saranno un problema serio se con ritorsioni e contro-ritorsioni si bloccheranno gli scambi. Auspico protagonismo dell’Unione e relazioni a tutto tondo con tutti i paesi che oggi per noi sono un mercato o che potrebbero diventarlo».