emergenza casa

Bologna, le Due Torri (foto di Federica Cecchi) 

 

Dopo quindici anni di inattività, ritardi nei lavori e cantieri fermi, l’ex clinica Beretta vede finalmente una nuova luce. Con la riqualificazione ormai in dirittura d’arrivo e lo stabile in via Zannoni, all'angolo con via XXI Aprile, prossimo alla consegna, il Comune apre oggi il bando per individuare i futuri condomini del nuovo edificio solidale, detsinato a singoli o a nuclei familiari a basso reddito. Il progetto è stato pensato per rispondere, almeno in parte, all’emergenza abitativa fortemente sentita la città. L’avviso è da oggi online e resterà aperto fino a mezzogiorno del 31 dicembre: le domande si possono presentare esclusivamente via web tramite Spid, mentre i chiarimenti possono essere richiesti via e-mail entro sette giorni dalla scadenza del bando.

I posti disponibili sono sedici, tra monolocali e appartamenti di varia metratura, destinati a single o a nuclei familiari fino a un massimo di quattro componenti. Non si tratta di un’assegnazione tradizionale: chi entrerà nell’edificio dovrà aderire alla Carta dei valori del condominio e partecipare a un percorso formativo e comunitario gestito dalla “Fondazione Abitare Bologna”, gestore sociale del progetto.

Possono candidarsi i nuclei con Isee compreso tra 9.360 e 35.000 euro, con cittadinanza italiana, europea o permesso di soggiorno regolare, e con residenza o attività lavorativa a Bologna. Il canone dell’alloggio non dovrà pesare per più del 40% sul reddito dichiarato nell’attestazione Isee. Le famiglie non devono inoltre possedere più del 50% di un immobile adeguato alle proprie necessità all’interno della Città metropolitana.

Accanto ai requisiti generali, il bando prevede una serie di categorie di riserva, che danno priorità in graduatoria. Due alloggi, un monolocale e un trilocale, sono destinati a nuclei con almeno una persona con disabilità motoria certificata pari o superiore al 66%. Uno è riservato a chi è vittima di violenza domestica e sta seguendo un percorso pubblico di tutela. Due appartamenti sono destinati a persone di almeno 70 anni; altri due a rifugiati o titolari di protezione sussidiaria che abbiano concluso il percorso di accoglienza. Tre alloggi andranno invece a giovani coppie in cui almeno uno dei componenti sia under 35. È prevista infine una riserva per un genitore solo con figli conviventi e unico percettore di reddito. I restanti cinque alloggi saranno assegnati senza condizioni particolari.

La graduatoria terrà conto, nell’ordine, del possesso dei requisiti, di una sola eventuale priorità di riserva per nucleo, dell’Isee più basso, dell’indice di solvibilità e, a parità di condizioni, dell’ora e data di invio della domanda. Sarà valida per due anni e servirà per eventuali nuove assegnazioni in caso di rinunce o uscite.

Con questo passaggio, l’ex clinica avvia l’ultima fase di un percorso di trasformazione che punta a creare una comunità “capace di convivere con identità sociali diverse”, come spiegato dal Comune. Un progetto che prova a sottrarre un pezzo di patrimonio pubblico all’abbandono restituendolo a chi, oggi più che mai, fatica a trovare casa.