Liste civiche

Matteo Di Benedetto (foto tratta dal sito Iperbole)

 

Il fenomeno delle liste civiche, in vista delle comunali del 2027, continua a destare interesse in città, ma la domanda che più sta circolando in questi giorni è se davvero uno dei nomi papabili – come per esempio Alberto Forchielli, Elena Ugolini o Mauro Felicori – per la candidatura riuscirà a ottenere il supporto dell’opposizione, ovvero dei maggiori partiti della coalizione di centrodestra. Sull’idea di un eventuale sostegno a una personalità civica, e non politica, il consigliere comunale, ed esponente della Lega, Matteo Di Benedetto ritiene non ci sia alcuna problematica di fondo, in quanto per lui può essere una buona cosa «spianare la strada ad altro, trovare una soluzione migliore a Matteo Lepore, che sta amministrando male e in questi anni ha perso molto consenso».

Sul tema poi il consigliere ha ricordato il mandato dell’indipendente di area centrodestra Giorgio Guazzaloca, sindaco dal 1999 al 2004, unica parentesi di giunta al di fuori del ramo politico della sinistra per la città più rossa di tutte. «Sappiamo che ci sono figure civiche che si sono proposte e che si proporranno per il 2027, che è certamente una sfida importante per la nostra Bologna. In questo senso tutti ricordano l’esperienza di Guazzaloca, un esempio davvero vincente, dimostrato coi fatti, senza il cappello di nessuno in testa, però non è detto che ora come ora una cosa del genere possa essere replicabile. Può essere comunque interessante sostenere un candidato civico».

Di Benedetto prosegue sottolineando come anche dalla parte politica dell’opposizione ci siano «esponenti dei tre partiti (Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia, ndr) pronti ad amministrare, figure valide proprio come quelle in ambito civico. Si sta dialogano per trovare la squadra».

Sebbene si conoscano già alcuni nomi dei civici, ma non quelli dei politici, in quanto ancora prematuro, ciò che è chiaro è che per l’esponente leghista in Comune «non ci sono preclusioni, non c’è affatto la necessità impellente di spingere per forza o su un candidato civico o su uno politico. Quello che conta è fare sintesi, come coalizione, dialogare sul nome ma anche sul programma. Bisogna innanzitutto mettersi d’accordo sulle proposte, poi vengono i nomi».

Non resta dunque che aspettare tempi più maturi per un nominativo che possa mettere tutti d’accordo per fare fronte comune contro il sindaco Matteo Lepore, che basa molto della sua ricandidatura sulla conclusione dei lavori del tram entro il 2026.