La Serie TV
Scena di un crimine tratta dalla serie tv “Il Mostro”
Tra il 1968 e il 1985, un assassino seriale conosciuto come “Il Mostro di Firenze” commette otto duplici omicidi, terrorizzando la provincia toscana. Le vittime sono tutte coppiette appartate, uccise con la medesima arma da fuoco, una beretta calibro 22, mai ritrovata dalle forze dell’ordine. Dopo decenni di indagini, tra errori giudiziari e vari sospetti, l’identità del Mostro resta irrisolta e il caso continua a tormentare sia la procura che l’opinione pubblica, anche a causa dei continui depistaggi da parte di Stefano Mele. Il regista Stefano Sollima dirige un’opera che ricrea fedelmente l’Italia contadina degli anni Sessanta e Settanta, in un clima di terrore scandito dai crimini efferati commessi dal noto serial killer.
Disponibile in streaming su Netflix, la serie tv si sviluppa in quattro episodi e presenta gli elementi tipici di un thriller investigativo, in cui però nelle scene dei delitti viene impersonificato sempre il nuovo sospettato di turno. Tra voyeurismo e patriarcato, gelosie e repressione, Sollima sceglie di rappresentare la cosiddetta «pista sarda» che conduce all’assassino delle campagne fiorentine, strizzando l’occhio anche alla questione del femminicidio portata in auge dal sostituto procuratore.
“Il Mostro” lascia spazio a libere interpretazioni ma non offre alcun tipo di soluzione al caso del “Maniaco di coppiette”. Al di là dei particolari storici omessi, infatti, la sceneggiatura si avvicina più a una fiction che a un docufilm. Per questo motivo la serie tv tende a confondere lo spettatore, in parte. Infine, la narrazione risulta ridondante a tratti, ma avvincente nel complesso.
L'articolo è tratto dal Quindici n.8 del 27 novembre 2025