REFERENDUM GIUSTIZIA
Conferenza stampa di presentazione del comitato territoriale "Giusto dire No’"(Foto di Giulia Goffredi)
«Questa non è affatto una riforma della giustizia e neanche della separazione delle carriere. È una riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, con lo scopo evidente di sottoporre la magistratura a un maggiore controllo da parte del potere politico. Di rendere i giudici meno liberi, più timorosi e più impauriti». Sono queste, in sintesi, le argomentazioni di Enrico Grosso, costituzionalista e presidente onorario del comitato civico per il ‘No’ al referendum sulla riforma della giustizia, esposte stamani a Palazzo d’Accursio durante la presentazione del nuovo coordinamento territoriale regionale del comitato "Giusto dire No".
Coordinamento territoriale per Bologna e l’Emilia-Romagna, che si compone al momento di cinque membri, presto sette. Due esponenti della società civile – la professoressa di Sociologia dell’Unibo Stefania Pellegrini e l’avvocato di Ravenna Andrea Valentinotti – e due magistrati – il giudice Domenico Truppa e la sostituta procuratrice di Rimini Sara Posa – oltre al responsabile del comitato, Francesco Maria Caruso, ex presidente dei tribunali di Ferrara, Reggio Emilia e Bologna, adesso in pensione. «Noi cerchiamo innanzitutto di coinvolgere i cittadini, gli studenti e le associazioni, cioè il corpo elettorale», spiega Caruso. «A questo punto non ci interessa più il dialogo con gli addetti ai lavori, con loro ci siamo già detti quasi tutto. Vogliamo cercare di spostare dei "Sì" verso il "No", perché siamo convinti che i nostri argomenti siano tali da poter convincere le persone a cambiare idea».
Quali sono in breve le ragioni che spingono i membri del comitato a votare per il "No"? «Il vero obiettivo della riforma – spiega il presidente Grosso – è indebolire il Consiglio Superiore della Magistratura», che verrebbe diviso in due, separando giudici e pubblici ministeri. «Il testo – continua Grosso – incide solo sulle norme costituzionali che si occupano della sua composizione e delle sue competenze. La riforma della giustizia e della separazione delle carriere sono solo slogan, specchietti per allodole». Il rischio a cui si andrebbe incontro sarebbe quindi quello di un indebolimento dell’autonomia della magistratura rispetto alla politica, cui si contrappone costituzionalmente come contro-potere.
A preoccupare il comitato è anche il sistema del sorteggio per la nomina dei membri del Consiglio, senza precedenti all’interno delle istituzioni. «Attraverso il sorteggio – prosegue il presidente – i magistrati non potranno più esprimere all’interno del Consiglio quelli tra di loro che sono più competenti e adatti a svolgere il ruolo di difesa attiva della magistratura». Saranno scelti a caso. Oppure con una soluzione che Grosso definisce «ancora peggiore». Prosegue: «Ieri, in un dibattito televisivo, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto adombrava che il sorteggio dei magistrati avverrà tra i più capaci. Ma non si capisce bene in base a quale regola e se fosse la politica a individuare i migliori sarebbe ancora peggio». Conclude amareggiato il presidente del comitato: «I segnali che provengono dai fautori del "Sì" sono preoccupanti, tra sottosegretari che dichiarano che la magistratura debba essere "ricondotta" e ministri della giustizia che sostengono che questa riforma non potrà che fare bene sia alla politica di destra di oggi che alla politica di sinistra di domani».
Tante le iniziative in programma, a partire da stasera. Al Modernissimo, tra la proiezione del film “La camera di consiglio” (sulla sentenza del Maxiprocesso di Palermo) alle 18 e quella della l’ultima pellicola di Clint Eastwood, “Giurato numero 2”, alle 21, ci sarà un dialogo tra Pietro Grasso, ex presidente del Senato e procuratore all’epoca del processo, e Pier Luigi di Bari, giudice del Tribunale di Bologna. Domani, al cinema Corso di Carpi, l’intervista di Pierluigi Senatore al procuratore di Napoli Nicola Gratteri e al professor Antonio Nicaso.
In chiusura, il coordinatore territoriale Caruso tiene a sottolineare che il comitato è «a disposizione di chiunque voglia ascoltare la nostra voce: organizzazioni, associazioni, club, comitati e ordini professionali. Senza distinzioni tra "destra" e "sinistra". Ci interessa ricevere inviti di partecipazione in tutta l’Emilia-Romagna. Gli altri vanno avanti con barzellette, dogmi e asserzioni non provate e non dimostrate. Ma noi vogliamo contrastare questa propaganda infondata e deleteria».