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Pier Vittorio Tondelli (foto Ansa)
«È una dedica di cuore a Pier Vittorio Tondelli da parte della sua terra, il riconoscimento della sua opera letteraria, della sua persona e di tutto quello che ha rappresentato. È la prima volta che la Regione gli dedica qualcosa di ufficiale». Nella voce di Giulio Tondelli, fratello dello scrittore di Correggio (Reggio Emilia), ci sono gratitudine ed emozione per il documentario “VIVA Tondelli, uno scrittore delle nostre parti”, presentato questa mattina in conferenza stampa in occasione del 70esimo anniversario della sua nascita. Il film è un’opera corale, con foto e testimonianze inedite che raccontano Tondelli attraverso i luoghi della sua esistenza e le personalità che lo hanno incontrato e che si sono fatti ispirare dalla sua opera. Luoghi che in realtà si possono riassumere in uno solo, la Provincia, che nei racconti indimenticabili di Tondelli diventa la vita, la storia di tutti. «Il progetto è incentrato sulla provincia emiliana, terra di mezzo tra Bologna e Milano, alla quale Pier Vittorio è tornato alla fine del suo pellegrinaggio personale – aggiunge il fratello, che è anche curatore della sua opera postuma –. Pier cercava sempre di conoscersi nel profondo, e alla fine ha capito di essere radicato nella sua terra».
Nell’arco di dieci anni, dalla pubblicazione di Altri Libertini nel 1980, la raccolta di racconti che ha sconvolto l’editoria dell’epoca, alla morte per Aids nel 1991, a soli 36 anni, Tondelli ha rivoluzionato la narrativa italiana rinfrescandola, sconvolgendola, spingendola nei suoi limiti. Alla fine degli anni ’70 ha raccontato le tante facce dell’Emilia-Romagna senza filtri e libera da stereotipi. Con un linguaggio parlato, pieno di dialettismi, oscenità e contaminazioni. E dei personaggi emarginati, vitali, irrequieti di un’ansia adolescenziale che li fa muovere in continuazione, in un paesaggio fatto di sottoculture e pregiudizi.
«Il documentario è un omaggio a uno scrittore unico che, pur nel respiro internazionale della sua opera, ha saputo narrare i tanti volti e mutamenti dell'Emilia e della Romagna, mantenendo sempre un legame forte con la sua terra e suoi protagonisti». Per l’assessora regionale Gessica Allegni, Tondelli è un pezzo importante della cultura regionale, da rileggere, attualizzare e far conoscere alle nuove generazioni. Perché lui stesso non si è mai dimenticato di essere giovane e soprattutto ai giovani parlava, sottolinea Allegni, citando un articolo pubblicato nel 1985 su "Linus" in cui si Tondelli si rivolgeva direttamente ai ragazzi: «Perché non scrivete pagine contro chi odiate? O per chi amate? Siete gli unici a poterlo fare. Nessun giornalista, per quanto abile, potrà raccontarle al vostro posto. Nessuno scrittore. Siete voi che dovete prendere la parola e dire quello che non vi va o che vi sta bene. Siete voi che dovete raccontare».
"VIVA Tondelli", prodotto dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con D.E-R Documentaristi Emilia-Romagna, Centro documentazione Tondelli, Comune di Correggio, fa parte del programma di iniziative “Tondelli 70”, promosso dalle tre città care allo scrittore – Correggio, Bologna e Rimini – per riscoprire l’attualità della sua opera. Sarà proiettato in anteprima il 13 dicembre a Correggio, e a febbraio 2026 arriverà nelle sale del Modernissimo a Bologna. Tra i tanti artisti che hanno partecipato al progetto, con il proprio ricordo, Enrico Brizzi, Vinicio Capossela, Luciano Ligabue e Massimo Zamboni.