l'appello

Atleti della Bolognina Boxe (foto dal sito dell'associazione)

 

«In questi nove anni siamo cresciuti tanto, la famiglia della palestra si è allargata e con lei sono aumentati anche i problemi da gestire e, soprattutto, il costo dell’affitto. Stiamo facendo fatica, paghiamo cinquemila euro al mese e per noi sono davvero tanti. Abbiamo bisogno di uno stabile dove poter continuare a esistere». Durante la cerimonia di consegna della Turrita d’Argento alla Bolognina Boxe Virginia Dardi, in rappresentanza della palestra popolare, ha lanciato un appello al sindaco Matteo Lepore per l’assegnazione di una nuova sede dove continuare l’attività sportiva in modo sostenibile. Il riconoscimento del valore sociale dello spazio di via Alfieri Maserati passa dall’entusiasmo per il titolo mondiale dei pesi leggeri di Pamela Malvina Noutcho Sawa, atleta nata sul ring dell’associazione, ma racconta anche della volontà di valorizzare il ruolo sociale di tutte quelle realtà che cercano di costruire l’integrazione direttamente nei quartieri.

«Dobbiamo essere consapevoli del lavoro che si fa in città, dello sport di base, del ruolo della boxe e della sua importanza storica che a Bologna si sta rilanciando», ha ricordato il sindaco Matteo Lepore, che, riguardo alla richiesta di Dardi ha precisato: «Stiamo studiando una soluzione, in questi anni abbiamo lavorato con loro e li abbiamo visti crescere. Stiamo cercando insieme uno spazio nuovo».

Oltre che il valore sociale di una palestra aperta a chi non può permettersi di pagare l’iscrizione, anche i risultati sportivi degli atleti cresciuti alla Bolognina Boxe contribuiscono a raccontare l’importanza dell’associazione per la città. Nell’ultimo anno sono entrati in bacheca i trofei della vittoria del campionato italiano under 15, due bronzi degli italiani under 17 e cinque titoli di campione regionale in varie categorie e discipline.

«Facciamo un lavoro sociale importante, ci sono meccanismi di solidarietà non solo fra gli insegnanti e gli atleti ma anche fra gli atleti stessi. Un nuovo spazio è un nostro diritto, ma soprattutto è un diritto di tutti i ragazzi e le ragazze a cui diamo la possibilità di allenarsi», ha ricordato Dardi.