ordine pubblico
La balaustra crollata all'ingresso del "Lanterna Azzurra" a Corinaldo (foto Ansa)
Lo scippo, lo spray per scappare, il panico: quel che è accaduto ieri all’Unipol Arena, dove durante il concerto della rapper Anna Pepe è stato utilizzato uno spray urticante che ha costretto la cantante a interrompere l’esibizione per una ventina di minuti, richiama a due profonde ferite rimaste impresse nella memoria collettiva italiana.
La stessa modalità fu infatti la causa scatenante della tragedia che accadde il 3 giugno 2017 a Torino. In Piazza San Carlo, durante la proiezione su un maxischermo della finale di Champions League Juventus contro Real Madrid, alcuni tifosi tra le file più vicine allo schermo hanno subito dei furti messi in atto da una banda che, per aprirsi un varco tra la folla, ha spruzzato del gas urticante. Le quarantamila persone presenti all’evento cercarono di trovare una via di fuga facendosi largo fra le transenne, generando così una reazione a catena che portò tanti presenti a rimanere schiacciati dalla massa. La prima vittima del caos fu Erika Pioletti, trentottenne ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino e deceduta dodici giorni dopo a causa del trauma toracico dovuto allo schiacciamento. La seconda morte avvenne quasi un anno e mezzo dopo, causata dalle complicanze generatesi a seguito di un’infezione alle vie respiratorie. I feriti furono più di 1.600. I quattro rapinatori individuati furono in seguito condannati a dieci anni per omicidio preterintenzionale.
Un caso simile avvenne l’8 dicembre 2018 a Corinaldo, quando durante il concerto del rapper Sfera Ebbasta al locale “Lanterna Azzurra” un gruppo di ragazzi, conosciuti in seguito come “banda dello spray”, utilizzò il gas urticante per le stesse motivazioni provocando, anche qui, il panico fra la folla. Le 1.400 persone presenti fuggirono verso l’uscita, ma il peso eccessivo della massa portò al crollo di una delle rampe all’ingresso del club. Sei persone, rimaste schiacciate, persero la vita, mentre i feriti furono 120. Nel 2020 furono condannati a dieci anni sei ragazzi per associazione a delinquere e per omicidio preterintenzionale.