disuguaglianze
L'Assemblea legislativa in seduta (foto di Edoardo Cassanelli)
L’Assemblea legislativa ha approvato il piano regionale per la lotta alla povertà programmato per il biennio 2025-2027. Si parla di 124 milioni di euro, una cifra considerevole che tiene conto di risorse nazionali, regionali e comunitarie, così ripartite: 62,5 milioni provenienti dal Fondo nazionale povertà, 5,2 solo per chi vive in condizioni di povertà estrema, 36,5 che derivano dal Pnrr, 7,9 dal Fondo sociale europeo per interventi dedicati a persone svantaggiate e infine 12,3 milioni per assumere nuovi assistenti sociali.
Per il presidente della Regione Michele de Pascale e l’assessora Elena Mazzoni, con delega appunto al contrasto alle forme di povertà, il piano risulta essere un modello «essenziale per aiutare chi vive in condizioni di fragilità ed emarginazione». Obiettivo del programma è quello di concentrarsi su diverse tipologie di nuclei familiari, cercando di arginare soprattutto l’esclusione sociale, il disagio abitativo e la povertà alimentare. Infatti, 139.000 famiglie presenti sul territorio (6,8% del totale, ma questi sono i dati fermi al 2023) vivono in condizioni di povertà relativa, cioè faticano a sostenere le loro spese per via di risorse mensili esigue. La povertà estrema invece riguarda oltre 8.000 famiglie, persone che vivono anche senza fissa dimora, in strutture di accoglienza, o comunque in condizioni di gravissima marginalità sociale.
Per la consigliera Pd Simona Lembi si sta scivolando sempre di più verso uno stato di emergenza a dir poco allarmante, «un’emergenza abitativa, salariale, contrattuale, delle vere e proprie fratture nelle dinamiche sociali. Il piano regionale di 124 milioni parla di questo tempo storico e conosce la storia di questa terra». Non manca da parte della consigliera una stoccata al governo Meloni, in particolar in materia del «mancato fondo per l’affitto e i tagli al sistema sanitario», fattori che vanno a incidere sulle problematiche legate alla povertà.
Immediata la risposta della consigliera FdI Annalisa Arletti, che ritiene che i dati del piano non siano altro che il ritratto di una Regione che ha fallito sul piano delle politiche sociali, che «non parlano più a chi vive sul territorio. Questo piano regionale fotografa il presente ma non cambia il paradigma. È un fallimento dell’assistenzialismo e di una visione ideologica del fenomeno della povertà. Bisogna creare lavoro, non distribuire sussidi, che non tengono conto della dignità umana».
La consigliera conclude il suo intervento ricordando che tutto questo si ricollega anche all’alta tassazione della Regione, avendo aumentato, a inizio legislatura, diverse imposte, come quelle sui ticket sanitari e i farmaci, ulteriori pesi per le famiglie che già faticano ad arrivare a fine mese.