Pd
Romano Prodi e Elly Schlein (foto Ansa)
La segretaria del Pd, Elly Schlein, a Bologna per l’Assemblea dei sindaci dem, ha incontrato Romano Prodi in casa sua. Due visioni del Partito Democratico certo diverse, le loro, se si guarda all’ondata riformista che sta attraversando Bologna e che vede proprio nel Professore una delle voci più critiche nei confronti dell’attuale leadership. Un Pd oggi «troppo massimalista», stando al giudizio dei riformisti, che dovrebbe guardare al centro e allargare il campo e gli orizzonti politici. Tanto che lo stesso Prodi, che a più riprese ha contestato la tendenza del Pd a inseguire un’impostazione più radicale, si è distaccato dall’entusiasmo del centrosinistra per il nuovo sindaco di New York, Mamdani: «Non è un modello, servono dei leader credibili e un riformismo concreto».
L’incontro nell’abitazione dell’ex Presidente del Consiglio appare quindi come un tentativo per aprire il dialogo tra due mondi che sembrano sempre più distanti, per cercare – forse – una strada per quell’unità che tanto Schlein quanto Prodi reputano fondamentale affinché il centrosinistra possa arrivare pronto alle prossime elezioni e sconfiggere la destra. Il punto fermo del Professore resta lo stesso: «Allargare, allargare. Il Pd deve cercare di avere una visione della società che tenga dentro tutte le componenti in modo che si possa cercare di vincere». Ancor più che sui partiti, per Prodi serve ragionare sulle coalizioni e quindi tenersi stretti gli alleati (M5S, Avs e Iv), rivolgendosi al contempo a tutti quei settori sociali che al momento non si sentono rappresentati.
Un punto di contatto e di intesa, la segretaria del Pd e l’ex premier, l’hanno trovato nel comune accordo (tra i quattro partiti della coalizione) sulle sedici proposte di modifica alla legge di bilancio. Tra le quali quella sul salario minimo. Schlein promette che sarà la prima cosa che il Pd farà approvare al governo, perché «sotto i nove euro è sfruttamento».
La ricerca comune è quindi quella di un’unità del Partito Democratico e della coalizione, per arrivare al 2027 come un fronte compatto. I riformisti sembrano remare contro, o almeno chiedere alla leadership un cambio di passo per allargare il consenso, ma l’incontro tra Elly Schlein e il “padre nobile” del Pd Romano Prodi potrebbe offrire spazi d’intesa.