BOLOGNINA
Giovanni, collega del trentaseienne ferito
«In Bolognina abbiamo tutti paura, ci servono più telecamere». A dirlo è Giovanni, collega del trentaseienne pachistano ferito la sera del 12 novembre in via Faccini da tre colpi di arma da fuoco. L'uomo è attualmente ricoverato all'Ospedale Maggiore. Ancora sconosciuta l'identità dell'aggressore che, dopo la sparatoria, è fuggito in via del Mastelletta.
Ad aver chiamato i soccorsi è stato proprio Giovanni, che racconta di come, inizialmente, aveva scambiato gli spari per fuochi d'artificio: «Ho pensato a dei ragazzini che giocavano con i botti, visto che siamo verso la fine dell'anno. Poi ho sentito delle urla, sono uscito dal negozio e ho visto il collega a terra e sanguinante». Shabbir Khawar, questo il nome della vittima, lavora da due anni nel minimarket ed è in Italia da più di cinque anni. I tre proiettili lo hanno colpito alla gamba sinistra, alla spalla sinistra e alla guancia destra mentre stava scaricando dei pacchi.
Il collega lo descrive come un bravo ragazzo, sempre sorridente, spesso al telefono con altri suoi connazionali. «Quello che è successo ci ha sconvolto, non ce lo saremmo mai aspettati», ha aggiunto.
Per quanto casi di questa gravità nella via non erano mai capitati, Giovanni ha raccontato come il disordine nella zona faccia ormai parte della quotidianità: «Si vedono spesso borseggiatori e macchine sfasciate, soprattutto quando si avvicina capodanno. A volte i ragazzini vengono a rubare anche in negozio». Una situazione che, per il dipendente del minimarket, è insostenibile.
«Siamo qui da tre anni e non abbiamo mai vissuto una situazione come quella in Bolognina». «Abbiamo tutti paura qui. Anche io che sono un uomo grosso, ho paura», ci confessa Giovanni.