Pd

Schlein Prodi

Romano Prodi con Elly Schlein (Foto Ansa)

 

L’opposizione interna alla segretaria del Pd Elly Schlein passa anche per il centro di Bologna. Romano Prodi e la senatrice Sandra Zampa, l’ex sindaco Virginio Merola, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini: tutte voci di un riformismo che, dall’ombra delle due torri, suona la carica in maniera dissonante rispetto al coro dei massimalisti Dem. Troppo radicale – secondo gli appartenenti alla nuova “area” Pd – l’approccio di Schlein e dei suoi. «La politica non può essere solo movimentismo», aveva detto il mese scorso il fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi. Segni di un disagio che va prendendo sempre più forma, specie dopo la riunione di Milano dei riformisti del Pd. Alla vigilia, l’ex braccio destro di Prodi, Arturo Parisi, in un’intervista a "La Stampa" aveva chiesto al Pd di abbandonare una deriva giudicata “estremista”. Una “fronda” che vede in Bologna uno dei suoi centri trainanti.

Critico nei confronti della gestione del partito l’ex sindaco Virginio Merola che chiede un dialogo. «Il malumore arriva dall’assenza di discussione – ha detto – anche dopo la sconfitta al referendum non c’è stato un confronto».

Per Sandra Zampa, storica portavoce di Prodi, «il Pd deve essere centrosinistra, non solo sinistra» e guardare a una platea più ampia, ascoltando la società per conoscere i problemi e provare a risolverli.

In vista delle politiche del 2027, quindi, il Pd sembra frammentarsi. L’ala riformista cerca uno spazio e una rilevanza all’interno del Partito, mentre Schlein e la sua corrente di maggioranza (Franceschini, Orlando, Provenzano, Speranza) provano a riorganizzarsi.

A Bologna, Matteo Lepore non si sbilancia: «Schlein ha il compito di guidarci alle prossime elezioni», ha detto durante un’intervista a "InCronac@". Con un chiaro riferimento alle Regionali dei prossimi mesi, che potrebbero subire il contraccolpo dei correntismi.