sicurezza stradale

Una bicicletta travolta da un'automobile (foto Ansa)

 

Attenzione a uscire in bicicletta il giovedì a Bologna e provincia. Lo dice il Politecnico di Milano presentando l’Atlante italiano dei morti e feriti gravi in bicicletta. Lo studio contiene la più dettagliata mappatura mai realizzata in Italia. Il database raccoglie e filtra le informazioni basandosi sui dati Istat, grazie alla geolocalizzazione dei dati del 2022 e 2023; è così preciso che è possibile risalire ad ogni incidente, zona per zona e via per via. A Bologna il maggior numero di incidenti è stato registrato in via dei Mille e via Irnerio, all'incrocio con viale Filopanti, dove ci  sono stati in quel periodo 34 sinistri. Ci sono altre zone critiche, prima tra tutte quella che comprende via Matteotti e l’incrocio di Porta Galliera  (18 incidenti).  

Esplorando il database è possibile interfacciarsi con cinque gruppi di dati: “statistiche”, “lesioni e decessi”, “dinamiche”, “condizioni”, “giorni e orari“. Per ogni gruppo è possibile restringere il campo di ricerca a regioni, province, città e perfino quartieri. Dal 2014 al 2023, a Bologna ci sono stati 2.828 incidenti in bicicletta di cui più della metà (57,53 per cento) con autovetture. Secondo lo studio inoltre, il peggior momento (statisticamente) per inforcare la bicicletta sarebbe di giovedì mattina (948 incidenti), accaduti soprattutto attorno alle 9. Anche le condizioni metereologiche impattano sul numero di incidenti ma non come ci si aspetta: il maggior numero di sinistri si registrano sul rettilineo (887) ma con cielo sereno e temperatura mite (2.416 incidenti).  

Lo studio è frutto del lavoro del "Competence Centre on Anti-Fragile Territories" (Craft), il gruppo di ricerca guidato da Paolo Bozzuto del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU). A commento della ricerca, il docente del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del PoliMi ha spiegato che «l’unica certezza è che della mobilità ciclistica, in Italia, sappiamo relativamente poco. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di rendere pubbliche le dashboard, che sono il nostro contributo concreto a un dibattito costruttivo sul tema dell’incidentalità ciclistica, ma anche uno strumento operativo per il futuro».