Biografilm

Una scena del film (foto concessa da Biografilm)
Il conflitto e l’amore tra due sorelle che intraprendono un cammino lungo la via francigena (nel cuore della Sicilia) per provare a ritrovarsi e a ricostruire il loro rapporto dopo essere state separate dalla droga. Il tutto ripreso da una telecamera che osserva silenziosamente, indugiando sugli ingranaggi ormai arrugginiti di una famiglia segnata dal dramma della tossicodipendenza. Eleonora Sardo, regista catanese che debutta per la prima volta sul grande schermo col documentario “Claudia fa brutti sogni”, sceglie di raccontare l’intimità di questo viaggio affidando la telecamera a Marco Zenoni, che accompagna lei e la sorella Claudia lungo il percorso riprendendone i momenti più difficili e quelli più dolci. Un’opera “vera” (non ci sono parti recitate), che mette in imbarazzo lo spettatore e lo trascina dentro un rapporto complesso, in cui rabbia e amore genuino si alternano costantemente seguendo i ritmi dell’astinenza. Claudia è stata a San Patrignano, ma non è riuscita a uscire dalla morsa del crack e continua a farsi, provocando nei familiari disperazione e violente critiche nei suoi confronti. Entrare dentro questa dinamica è guardare da uno spioncino la realtà di una famiglia che di fronte alla tossicodipendenza reagisce, tenta ogni strada per salvare un suo membro e infine sbaglia, fallisce. E nel fallimento, nell’accettazione dell’altro così com’è c’è il senso del film, che si conclude con la drastica interruzione del cammino. Perché Claudia forse non è ancora pronta, forse non cambierà mai. Forse Eleonora si è illusa che camminare 30 chilometri al giorno avrebbe svelato alla sorella la bellezza di riscoprirsi e ritrovarsi. La realtà è che lungo il percorso la rabbia ha lasciato spazio alla tenerezza, e che Eleonora amerà sempre sua sorella Claudia. E basta.