AUTOVELOX

Enrico Ricci, prefetto di Bologna (foto di Nicola Ialacqua)
«Stiamo svolgendo il censimento voluto dal Ministero dei trasporti, ma ad oggi non ci risultano autovelox non a norma». Questa la risposta di Enrico Ricci, prefetto di Bologna, al termine della riunione di questa mattina dell’Osservatorio provinciale per il monitoraggio degli incidenti svoltosi questa mattina in Prefettura. Il riferimento è alla richiesta fatta da Matteo Salvini a livello nazionale per avere un quadro completo dei dispositivi in uso su strada e comprendere quali sono ancora utilizzabili. «C’è un tavolo di lavoro che sta operando per verificare quali siano gli autovelox ancora utili e se sia necessario installarne degli altri in alcuni tratti», ha poi specificato Ricci.
Il problema degli autovelox non omologati nasce l’anno scorso a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione, che ha distinto i dispositivi approvati da quelli omologati: per la Cassazione solo i secondi hanno valore legale, mentre una multa registrata con un apparecchio che è stato solo approvato è nulla. Una pioggia di ricorsi ha invaso i tribunali di tutta Italia, portando all’annullamento di 25 multe solo nel territorio bolognese. A seguito di quella sentenza, il Ministero dei Trasporti ha proposto a marzo di quest’anno uno schema di decreto che avrebbe dovuto regolamentarne l’uso, bloccata poco dopo dallo stesso Mit per permettere il censimento dei dispositivi non omologati.
L’annullamento delle multe ha portato a diversi disagi nei comuni di tutta Italia: Bologna perse venti milioni di euro sui settanta complessivi previsti come incasso dalle sanzioni per eccesso di velocità. A marzo di quest’anno il Comune decise di opporsi ai ricorsi, e l’assessore alla mobilità Michele Campaniello promise che la giunta avrebbe impugnato le sentenze dei giudici di pace.