Il Libro

Lo sctittore Yuval Harari (licenza Creative Commons)

 

Nel suo nuovo saggio Nexus, edito Bompiani, Yuval Noah Harari esplora le radici storiche dell’informazione e i futuri possibili dell’Ia. Dopo Homo Sapiens e Homo Deus, Harari sposta ora il focus sulle connessioni, non solo tra tecnologia e umanità, ma anche tra individui, istituzioni e poteri che plasmano il nostro presente e futuro. Il titolo stesso, “Nexus”, evoca l’idea di una rete globale di interconnessioni sempre più strette. La creazione e il mantenimento di accordi internazionali sull’Ia, infatti, richiederà livelli di fiducia e autodisciplina senza precedenti.

Con il suo consueto stile accessibile ma provocatorio, Harari affronta temi complessi come la crescente pervasività dei sistemi di sorveglianza, il ruolo dominante di colossi tecnologici come Google, Amazon e Facebook, e l’ascesa di un capitalismo dei dati, in cui gli algoritmi plasmano il comportamento degli utenti.

Incisivo anche il capitolo sul destino della democrazia in un mondo dominato da big data e dall’Ia. La democratizzazione dell’informazione, dovuta a un accesso a largo spettro, comporta però una manipolazione dell’opinione pubblica. Fake news, propaganda mirata e polarizzazione politica sono effetti collaterali di un sistema mediatico guidato da logiche algoritmiche che premiano la viralità più della verità.

Nel complesso, Nexus offre una visione del futuro poco rassicurante, ipotizzando il rischio di una disoccupazione tecnologica di massa che potrebbe portare a tensioni sociali e instabilità politica.

Lo scrittore lascia, però, uno spiraglio aperto. Il libro è un monito e al contempo un invito: affrontare le sfide del presente con consapevolezza collettiva e responsabilità globale.

 

La recensione è tratta dal Quindici n.4 del 29 maggio 2025