Sul grande schermo

Il Cinema Ritrovato in Piazza Maggiore (foto dal sito della Cineteca)
«Al Cinema Ritrovato ci sei o non ci sei. Se non ci sei, puoi solo tentare di fartelo raccontare. Ma è un’occasione unica e irripetibile». Così Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna e del festival, presenta la 39esima edizione del Cinema Ritrovato, in programma dal 21 al 29 giugno. Nove giorni di proiezioni da mattina a sera, in otto sale della città. E poi la chiusura di ogni giornata sotto le stelle di Piazza Maggiore.
L’inaugurazione sarà con “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg in copia pellicola 70 mm, che verrà proiettato in piazza Maggiore il 21 giugno. Tra gli appuntamenti sul Crescentone, il 26 giugno sarà possibile rivedere “La febbre dell’oro” di Charlie Chaplin nel giorno esatto del suo centesimo compleanno, con l’Orchestra del teatro comunale diretta da Timothy Brock.
«È una connessione tra arte, musiche ed epoche – dice Elisabetta Riva, sovrintendente del teatro comunale. La musica dal vivo non è solo accompagnamento, ma è un ponte emotivo che rende l’esperienza visiva ancora più travolgente e intensa. Sarà un rito collettivo di memoria e bellezza». Anche per questa edizione, uno degli aspetti più preziosi del festival si conferma quello dei cineconcerti: più di sessanta film muti accompagnati dal vivo da musicisti esperti, in un dialogo tra cinema e musica. Tra i momenti imperdibili, “La rosa di Stambul”, il 25 giugno al Modernissimo, trasposizione cinematografica dell’operetta omonima e “L’uomo con la macchina da presa” di Dziga Vertov col il duo Maud Nelissen al piano e Silvia Mandolini al violino, il 23 giugno sempre al Modernissimo. In Piazza Maggiore, invece, a far compagnia a Chaplin, ci sarà un altro capolavoro del 1925, “Sciopero!” di Sergej Ėjzenštejn, accompagnato dal gruppo coordinato da Stefano Pilia e Laura Agnusdei.
In questa edizione della kermesse il pubblico potrà riscoprire stelle luminose e autori acclamati, grazie alla partecipazione di registi internazionali contemporanei di primo piano e premi Oscar. Tra i tanti, Terry Gilliam, che torna in Piazza Maggiore con “Brazil” (per festeggiarne i 40 anni), e poi sarà al Modernissimo per conversare col pubblico; Jim Jarmusch, che sarà protagonista sia al Modernissimo per incontrare il pubblico sia in piazza con il suo “Solo gli amanti sopravvivono”. E poi Brady Corbet che presenterà “L’infanzia di un capo” e il suo nuovo “The Brutalist” in 70mm. E poi i premi Oscar Jonathan Glazer con “La zona di interesse”, e Asghar Farhadi con “Una separazione” e “Il cliente”. Tra gli italiani, il festival apre le porte ad Alice Rohrwacher che converserà col pubblico al Modernissimo. E ancora Altan che ci porterà nella foresta brasiliana di Uirá, um Índio em Busca de Deus realizzato nel 1973 da Gustavo Dahl e a Francesca Comencini, curatrice della rassegna dedicata al padre Luigi Comencini: presenterà molti suoi film in sala e sarà in piazza Maggiore con “Le avventure di Pinocchio”, che aprirà la rassegna in piazza il 16 giugno. Questo perché il cammino alla riscoperta del cinema restaurato inizierà già il 16 giugno, con Verso il cinema Ritrovato, che si concluderà il 6 luglio.
Una peculiarità del festival sono i ritrovamenti di perle rarissime, visibili solo agli occhi degli spettatori che saranno a Bologna. Film rimasti inediti o scomparsi per decenni, come “La goccia scarlatta” diretto nel 1918 da John Ford. La pellicola era sparita per quasi 106 anni e ritrovata poi in Cile in un magazzino destinato alla demolizione. Una storia incredibile riguarda un film della storia del cinema italiano, “Ombre vive”, che ha per protagonista Eduardo De Filippo: se ne presenterà il caso del ritrovamento e per la prima volta saranno mostrate alcune immagini.
«Tra le rassegne e retrospettive del festival che completano il lavoro di ritrovamento quasi archeologico - dice Daniele del Pozzo, assessore alla Cultura - permette di unire i pezzi sparsi della storia per ricavarne perle, perché si restaura ciò che si riconosce di valore, proiettandosi verso il futuro, spiccano quella dedicata a Katharine Hepburn, regista che vinse quattro premi Oscar ma non ne ritirò nemmeno uno, che emanava un’aura femminista in un epoca in cui al mondo questa parola era sconosciuta». Tra le altre quella già citata dedicata al cinema di Luigi Comencini, uno dei grandi del cinema italiano ma senza che il suo nome finisse davvero mai nella lista dei più grandi, pur essendo apprezzato da pubblico e da critica. Viaggiando attraverso il tempo, degna di nota è la rassegna “Il secolo del cinema:1905”: le produzioni di quell’anno sono significative perché prepararono il balzo che il cinema avrebbe compiuto negli anni successivi, e quindi riflettono un clima di spinta creativa e sperimentazione. Il 1905 sarà rivissuto attraverso la proiezione delle opere di Georges Méliés commentate dal vivo dalla famosa imbonitrice Julie Linquette, che riporterà il pubblico alle atmosfere delle prime proiezioni. La macchina del tempo invece porterà gli spettatori attraverso il cinema di Mikio Naruse nel periodo prebellico. Il maestro del cinema classico giapponese potrà essere riscoperto attraverso i suoi film prebellici, concentrandosi sui cinque anni cruciali della sua carriera, tra il 1935 e il 1939. Durante questo periodo Naruse si immerse nella vita metropolitana e sviluppò un forte interesse per la condizione e il ruolo femminile nella società nipponica. Sarà una grande sorpresa per chi è abituato al tono cupo del suo cinema postbellico: qui vince la passione, la vitalità e la sua voglia di sperimentare.