Mobilità

Un bus elettrico (foto concessa da Tper)

 

I numeri descrivono una realtà solida e importante. I 147 milioni di passeggeri trasportati da Tper nel 2024 sulla superficie della città metropolitana di Bologna, e che negli ultimi due anni sono in aumento, fanno da cartina tornasole di un servizio pubblico essenziale e da preservare. Nel contesto bolognese, percorso negli ultimi anni da profonde trasformazioni, come la nuova linea del tram in costruzione, un aumento del turismo e un’università che attira sempre più studenti dall’estero, anche in Tper è in atto un vero e proprio cambiamento. I nuovi autobus a idrogeno, gli onerosi investimenti a lungo termine e la formazione di una nuova classe di autisti, che non ha mai visto così tante donne al volante come oggi, rappresentano le sfide ambientali, economiche e sociali che attendono la società di trasporto pubblico nel futuro prossimo. In mezzo, c’è la rivoluzione del piano tariffario decisa dal Comune e le polemiche sull’aumento dei prezzi dei biglietti. «Non abbiamo in nessun modo la possibilità di influenzare i prezzi sui nostri mezzi pubblici», ricorda Quindici 15Un veicolo ibrido che contribuisce alla transizione green però Paolo Mezzetti, portavoce di Tper. La manovra è stata annunciata dal Comune a metà febbraio, in vigore da inizio marzo. «Noi i servizi li vogliamo aumentare, ridurli per paura di non poter cambiare il quadro tariffario e non riorganizzare l’impianto complessivo del servizio sarebbe un vero delitto», le parole del sindaco Matteo Lepore, che spiegava così in consiglio comunale l’aumento del costo dei ticket, da 1,50 a 2,30 euro, l’aumento del city pass a 19 euro e del biglietto giornaliero a 9. Per Tper si tradurranno in un incasso stimato di 12 milioni in più. L’azienda di trasporto pubblico è una società per azioni nella quale i due soci di maggioranza sono il Comune stesso, con il 30% di quote, e la Regione Emilia-Romagna, principale detentrice del capitale sociale con il 46%. Anche la Regione si è quindi espressa, a favore, dei rincari dei ticket valutando come fondate le motivazioni alla base del rincaro: «Il fondo nazionale trasporti non ha l’incremento dovuto da molti anni e spesso non basta a coprire neanche l’inflazione», ha commentato l’assessora regionale ai trasporti Irene Priolo, che in questa situazione si era trovata nel 2019 quando era a Palazzo d’Accursio e aveva ratificato il precedente rialzo per mantenere i conti in ordine.  Se le casse del Comune piangono, lo stesso non vale per quelle di Tper. «Godiamo di ottima salute, siamo gli unici insieme a Atm Milano - servizio di trasporto pubblico che per bacino di utenza ha numeri più alti di Tper - ad aver emesso prestiti obbligazionari», puntualizza Mezzetti. Nel 2024 infatti l’azienda di trasporti emiliana ha emesso un prestito obbligazionario di 100 milioni, in una operazione simile a quella fatta nel 2017 sempre con la Borsa di Dublino. L’ultimo bilancio societario si è rivelato positivo, riportando un utile netto d’esercizio di 9.744.648 euro, ma il dato più interessante è quello sugli investimenti, raddoppiati dal 2022 al 2023, per un totale di 69 milioni di euro per favorire la transizione ecologica e lo sviluppo tecnologico e ulteriormente aumentati a 76 milioni nel 2024. «Se gli investimenti per il futuro sono già stati tracciati, il presente vede passi di transizione ragionata, ispirata alla massima compatibilità aziendale, attraverso le modalità di trazione maggiormente ecologiche sul mercato, come il gas naturale e i biocarburanti», ha scritto in una lettera pubblicata sul magazine societario “Tp” Paolo Paolillo, direttore di Tper Spa, delineando la strategia dell’azienda. Il direttore ha poi ribadito il concetto nell’ultimo bilancio societario, dichiarando: «Siamo impegnati nel mettere a terra progetti di transizione energetica e tecnologica nei sistemi di trasporto e in una digitalizzazione che diventa parte Secondo Comune e Regione, l'aumento del prezzo del biglietto era indispensabile L'ultimo bilancio societario si è rivelato positivo, riportando un utile netto d'esercizio di 9.744.648 euro Quindici 16dell’intera azienda e sempre più rilevante nella capillare gestione e informazione sui servizi». La direzione intrapresa è quindi chiara, a partire da un piano di investimenti pari a 430 milioni di euro spalmati fino al 2030. L’obiettivo è quello di allinearsi al Comune, che ha aderito al piano dell’Unione Europea “Climate neutral and smart cities” che punta a raggiungere nel 2050 città ad impatto ambientale nullo. Il primo passo è stato fatto nel 2024, con l’inaugurazione del deposito Tper in via Ferrarese. Una collaborazione con l’azienda finlandese Kempower ha permesso di creare un impianto all’avanguardia per la ricarica dei bus elettrici, entrati nella flotta l’anno scorso. Il progetto, che è costato 3,3 milioni di euro ed è stato finanziato dal Comune, permetterà di ricaricare fino a 28 dei nuovi e-bus allo stesso momento con la possibilità di ospitare fino a 500 mezzi. Sempre nello stesso deposito è stato costruito anche un altro impianto, un deposito di carburante. Costato 1,5 milioni, questa volta è stato f inanziato dalla Regione e da Tper, che ne ha coperto un terzo dell’importo. La finalità è quella di provvedere a un hub ecologico per il rifornimento degli autobus a metano, liquido e compresso. In particolare, il metano liquido è il combustibile più usato dagli autobus bolognesi perché è stato individuato dall’Ue come carburante-ponte nella transizione ecologica verso altre fonti a impatto zero. «Questo nuovo deposito a metano liquido rappresenta la migliore soluzione, siamo consapevoli dell’importanza del trasporto pubblico nella salvaguardia dell’ambiente e siamo impegnati a garantire la sostenibilità ambientale», ha spiegato durante l’inaugurazione del deposito la presidente di Tper Giuseppina Gualtieri. Queste nuove infrastrutture hanno radici nel ricambio che sta attraversando la flotta di Tper. Il parco veicolare conta più di 1.200 mezzi tra Bologna e Ferrara, con 950 al lavoro nell’area metropolitana bolognese e 715 autobus concentrati nella città. Di questi, circa 570 sono già ad alta compatibilità ambientale, tra i quali 480 sono alimentati ad energia elettrica, come i filobus o gli autobus dotati di batteria, oppure a metano liquido o compresso. A questi andranno anche aggiunti sia i nuovi 127 bus alimentati a idrogeno previsti entro il 2026 sia gli 82 bus immessi nel bacino metropolitano bolognese e i 16 immessi nel bacino estense per il 2024. Tutti parte dell’energy mix proiettato verso la sostenibilità ambientale, rendendo il servizio di trasporto pubblico locale un esempio virtuoso rispetto al resto d’Italia, che ancora per l’85% usa mezzi a diesel. L’investimento per i mezzi a idrogeno sarà pari a 75 milioni, di cui 70 arriveranno dai fondi del Pnrr. La prima fornitura sarà eseguita dalla Solaris Italia, che ha già messo a disposizione i suoi Urbino 12 ad altre città in tutta Europa.L’ultimo fattore, ma non il meno importante, è quello umano. Come il parco mezzi, anche la squadra degli autisti Tper sta cambiando volto. Una metamorfosi descritta dal portavoce Mezzetti: «In un mestiere a larga preponderanza maschile, non ci sono mai state così tante autiste donne come oggi, fatto di cui noi siamo lieti». La “quota rosa” rappresenta quasi il 20% del totale, con circa 380 autiste donne su 1.800 guidatori. Una tendenza in aumento e che ha spinto l’azienda a promuovere nuove iniziative per il femminile. La più rilevante è quella sul tema sicurezza: «Ogni autobus ha una telecamera, facciamo sensibilizzazione dentro e fuori dai mezzi e allo stesso tempo abbiamo un ottimo rapporto con la questura. Le forze dell’ordine presidiano e parlano con noi, è una collaborazione stretta e molto importante», continua Mezzetti. Insieme al Comune Tper ha infatti organizzato la campagna “mezzi per tutte”, rivolto sia ai passeggeri che al personale degli autobus e mirato a prevenire, gestire e in caso denunciare episodi spiacevoli che si possono verificare sui mezzi. «Con questa iniziativa, Tper conferma ancora una volta il suo impegno verso un servizio pubblico sempre più sicuro e inclusivo, mettendo al centro la formazione del proprio personale. Sosteniamo la Casa delle donne per non subire violenza e continueremo a collaborare con i nostri partner», ha dichiarato Giuseppina Gualtieri, quando è stata lanciata la campagna, a marzo. L’ostacolo che Mezzetti vede nel futuro prossimo riguarda il numero effettivo degli autisti: «Il lavoro di autista non è il massimo, non è mai stato attrattivo come altri. Anche se i detrattori potrebbero indicare gli stipendi come causa principale, il vero problema sono gli orari, ovviamente non sempre i turni sono comodi».  Un problema che comunque per ora non crea troppe preoccupazioni. Tper ha infatti confermato nel suo ultimo report societario l’assunzione di 181 nuovi conducenti, arrivando al considerevole numero di più di 1.300 a Bologna, malgrado il «difficile contesto del settore, che ha consentito di far fronte al naturale turnover e alle sempre maggiori esigenze di servizio. Un risultato non scontato dato il contesto di carenza personale di guida ormai conclamato nelle città del Nord Italia e in Europa», si legge nel report 2024. Il trasporto passeggeri Emilia-Romagna sta anche per intraprendere una nuova avventura, visto che avrà in gestione anche la linea tramviaria. «La rete del tram sarà l’asse portante del trasporto pubblico cittadino, viste le caratteristiche e la capacità di carico». Mezzetti però ricorda anche che «qualsiasi ragionamento è ancora prematuro, ma la rete dei servizi sarà rimodulata». Mentre sul personale, sottolinea che «gestiremo tutto l’aspetto di reclutamento e formazione del personale adibito al tram». In ogni caso, i consueti autobus di colore rosso a cui i cittadini bolognesi sono ormai abituati non andranno da nessuna parte: «Le linee dei mezzi saranno probabilmente riprogrammate. Ma l’autobus rimane un servizio di trasporto pubblico fondamentale».

 

 

Il servizio è tratto da Quindici, n. 4 del 29 maggio 2025