delitto

Il sopralluogo dei carabinieri in via Zanolini (foto Ansa)
Interrogata la notte scorsa, Lorenza Scarpante è stata condotta in carcere questa mattina con l’accusa di omicidio aggravato. Il provvedimento di fermo è stato emesso dalla pm Manuela Cavallo, in seguito a quanto emerso nelle ultime ore. La moglie della vittima ha raccontato una versione che non è risultata convincente per gli investigatori. Secondo le sue parole, si sarebbe accorta del cadavere del marito, Giuseppe Marra, solo la mattina di ieri e, a quel punto, sarebbe scesa in strada a cercare aiuto.
La ricognizione cadaverica ha evidenziato un’altra tesi. Il decesso è avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 maggio. Una pista convincente se si mettono insieme le testimonianze di alcuni vicini che raccontano di aver sentito un tonfo verso le tre del mattino.
Al momento dell’allarme, la donna era ricoperta di sangue, raccontano i vicini, e i carabinieri si sono trovati davanti una scena raccapricciante, una volta giunti al terzo piano dell’elegante palazzina liberty in via Zanolini. A pancia in giù nel tinello, l'uomo giaceva in una pozza di sangue. La testa porta i segni di una violenta aggressione inferta con un’arma contundente, che non è stata ancora ritrovata. Setacciata la casa e i cassonetti nei dintorni. Sotto sequestro anche i cellulari e la Renault Scenic dei due coniugi. In più, da un esame tossicologico a cui la donna è stata sottoposta ieri pomeriggio, è emerso che sia lei che il marito avessero assunto droghe come marijuana e cocaina.
Sono state acquisite anche le immagini dalle telecamere di sorveglianza private e pubbliche di via Zanolini, anche se il fatto che nell'abitazione, al momento di quello che sembra un delitto, si trovassero solo i due coniugi e il gatto desta molti sospetti. I vicini raccontano che la coppia, originaria di Aosta, era spesso protagonista di continui litigi. Ma sembrava, stando a quanto riferiscono, che, nell’ultimo periodo, avessero ritrovato una certa complicità. Una storia travagliata quella di Lorenza e Giuseppe che li aveva visti nel 2021 lasciare la propria città per cercare fortuna sotto le Due torri. Insieme avevano aperto un’attività: un negozio di cannabis light in pieno centro.
Nel frattempo, continuano gli accertamenti e oggi, nel primo pomeriggio, la legale Cristiana Soverini ha fatto sapere che Lorenza Scarpante sarà difesa da un’altra avvocata, Giulia Rizzo. Quest'ultima, sentita da InCronac@, ha riferito di essere solo alla prima lettura degli atti e di non poter rilasciare dichiarazioni.