Lavoro

Nella foto, il palco dell'Assemblea Nazionale dei Metalmeccanici (foto di Marcello Benassi)
Fiom Cgil, Uilm e Fim Cisl insieme per chiedere a governo e Confindustria di riaprire il tavolo, entro il 30 maggio prossimo, relativo al rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Lo reclamano a una voce sola Michele De Palma, Rocco Palombella e Fernando Uliano, rispettivamente segretari di Fiom, Uilm e Fim, dal palco dell’assemblea nazionale che si è tenuta oggi a Bologna. Un’esigenza pressante per i sindacati, che promettono, qualora la richiesta non venga accolta, uno sciopero di otto ore per il prossimo 20 giugno. «Chiediamo che i contratti vengano rinnovati secondo la piattaforma che abbiamo presentato ormai un anno fa – incalza Rocco Palombella di Uilm – in ballo c’è il futuro di un milione e mezzo di lavoratori. Confindustria sostiene che i minimi contrattuali non possono essere alzati perché c’è crisi: vero, ma non ci può essere ripresa senza un messaggio di fiducia per i lavoratori». Per la Uilm, Federmeccannica e Assistal avrebbero paura della trattativa: «Siamo già pronti allo sciopero, sebbene questo strumento non risolva i problemi. Dobbiamo convincere governo e imprese a riprendere la trattativa: gli imprenditori si sono isolati per non contrattare».
Una posizione condivisa dalla Fiom, che dichiara di aspettarsi un’apertura dall’imminente vertice di Federmeccanica. «Abbiamo già scioperato per trentadue ore – commenta Michele De Palma, segretario di Fiom – e siamo pronti a nuove mobilitazioni. C’è bisogno di rinnovare la normativa inerente alla sicurezza sul lavoro, lo richiedono le troppe morti bianche». Per De Palma, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è una priorità ormai imprescindibile: «La nostra piattaforma programmatica va in questa direzione, serve una politica industriale nuova. In più, auspichiamo che il governo detassi gli aumenti del contratto nazionale, intervenendo sugli orari di lavoro e incentivando la formazione». L’urgenza del rinnovo contrattuale per i sindacati è determinata anche dalla situazione internazionale, caratterizzata dai dazi e dai focolai di guerra: «Siamo stati capaci di negoziare durante la pandemia e non siamo in grado di sederci al tavolo in questo momento. Riaprire la trattativa ora è fondamentale per le imprese e i lavoratori».
«Il governo deve darsi una svegliata – fa eco il leader della Fim Cisl Fernando Uliano – è fondamentale che il tavolo di domani sblocchi la trattativa. Il manifatturiero si sta fermando per il sacrosanto diritto dei lavoratori al rinnovo contrattuale: abbiamo bisogno di garanzie e risposte concrete dal punto di vista occupazionale e industriale». Uliano rimarca poi la vocazione unitaria delle tre sigle confederali: «Qua siamo mille cinquecento, abbiamo dovuto contenere i metalmeccanici perché avrebbero partecipato in tanti di più. Quella sul contratto è una battaglia comune, a cui fa il paio l’impegno per l’aumento dei salari».