Casa

Foto Ansa
Dietro i portoni che si aprono sui portici della “dotta”, secondo i dati di “Inside Airbnb”, si nascondono anche 4.408 fra appartamenti e stanze destinate agli affitti brevi, con il centro ormai monopolizzato dalle nuove aziende dell’ospitalità diffusa. Il settore nel post-covid è cresciuto esponenzialmente in molte città italiane e anche Bologna non fa eccezione. Gli host, così vengono definiti i soggetti che affittano un immobile sulle piattaforme dedicate, sono diventati sempre più una presenza familiare soprattutto fra le vie del centro. Alcuni di loro non si limitano più ad affittare una seconda casa o una stanza ma hanno introdotto nel mercato degli affitti turistici una gestione in tutto e per tutto imprenditoriale. I nomi di molti host assomigliano sempre più a quelli di aziende e in tanti casi è di questo che stiamo parlando; i primi dieci per numero di immobili controllano complessivamente 626 appartamenti, circa il 14% del totale. Scorrendo fra i vari annunci è facile accorgersi di molti loghi ricorrenti. “Wonderful Italy”, realtà attiva in tutta Italia, con 169 appartamenti online è prima in città, seguita da “Realkasa” e “Welcome to Emilia Romagna e Marche”, rispettivamente a quota 94 e 74.
Più ci avviciniamo al Nettuno e più cresce il numero di appartamenti che fanno capo ai multihost. Sui circa 2.800 “airbnb” disponibili nella cerchia delle mura il 67% è gestito da soggetti che hanno più di un annuncio attivo. I turisti che cercano sulla piattaforma una sistemazione in centro a Bologna si trovano a spendere in media circa 210€ a notte che si traducono, nell’arco di un anno, in una rendita intorno ai 17mila euro per appartamento. Sono ordini di grandezza più simili a quelli dei listini di hotel e alberghi che ai prezzi che si incontravano nel precovid, con in più la possiblità di creare una rete che virtualmente può arrivare a coprire tutto il centro. Le prospettive di incassi crescono all’aumentare degli immobili controllati, in centro circa 800 fra stanze e appartamenti sono gestiti da multihost che hanno offerte composte da più di dieci annunci.
Di recente Palazzo d’Accursio si è occupato della concorrenza che gli affitti turistici fanno alle locazioni residenziali, rendendo sempre più difficile la ricerca di una casa nel centro della città per studenti, lavoratori e famiglie. Come rimarcato dalla vicesindaca Emily Clancy, negli ultimi anni il settore dell’ospitalità extra alberghiera è cresciuta del 383% e contemporaneamente si è assistito a una riduzione degli affitti tradizionali, passati da 29.500 a 24.800. Il Comune si è mosso introducendo una categoria specifica da attribuire agli appartamenti in locazione temporanea per separare il mercato residenziale da quello turistico ed escludendo le metrature sotto i 50 metri quadri. Il Tar si è pronunciato a favore di entrambi i provvedimenti, nei prossimi mesi si capirà se basteranno a regolare un settore che, per il momento, non accenna a frenare la propria crescita.