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Foto Ansa

 

L’omicidio, la fuga in autostrada, l’incidente, l’arresto a Ferrara per tentata rapina, la confessione. Sono questi i movimenti che avrebbe compiuto il presunto assassino di Federico Perissi, guardia giurata fiorentina di 45 anni il cui cadavere è stato ritrovato la notte del 14 aprile a Mugello, in provincia di Firenze.

Il sospettato, quarantunenne di origini senegalesi, era stato arrestato ieri mattina a Ferrara dopo un tentativo di rapina a una donna. Le ferite sul corpo dell’uomo hanno però insospettito la squadra mobile del comune emiliano che, una volta in ospedale, hanno cominciato a interrogarlo alla presenza del pm Stefano Longhi. È lì che il fermato ha cominciato a raccontare la rocambolesca storia dell’omicidio.

Tutto è cominciato due giorni fa, quando Perissi e il suo omicida, secondo una ricostruzione del giornale “La Nazione”, erano in auto insieme sulla via che costeggia il lago Bilancino, vicino Firenze. È lì che il sospettato lo avrebbe ucciso con un colpo di pistola, anche se le modalità sono ancora da chiarire. L’uomo ha, in seguito, seppellito in un terreno della zona il cadavere della guardia giurata, per poi rubargli la macchina e fuggire in autostrada in direzione Bologna. Dopo un’incidente all’altezza di Altedo avrebbe abbandonato la macchina e si sarebbe diretto a Ferrara, dove ha dormito vicino a un supermercato. Sempre nel comune emiliano avrebbe, nella mattinata di ieri, tentato di rubare l’auto di una donna, ma è stato fermato dalle forze dell’ordine locali. Dopo la confessione in ospedale, l’uomo ha condotto la squadra mobile fiorentina nel luogo dove aveva seppellito il cadavere. Le motivazioni dell’omicidio sono ancora in fase di accertamento.

«Ci stringiamo calorosamente al dolore della famiglia del nostro amico e collega, per rispetto del lavoro degli inquirenti ci associamo al religioso silenzio dei familiari», si legge nel comunicato stampa del Sav, Sindacato Autonomo Vigilanza.