TERRITORIO

 

                                                                                                                   Tavolo di confronto al convegno. Foto di Sofia Civenni

 

Un piano di tutela delle acque per fronteggiare contemporaneamente la siccità e le alluvioni, che negli ultimi anni hanno colpito la nostra regione. Lo lancia Confindustria a partire da due studi tecnici presentati alla presenza del presidente della Regione, Michele de Pascale, nell'ambito del convegno "Verso il nuovo piano di tutela delle acque attraverso un nuovo modello di gestione". Il primo riguarda «il mantenimento della risorsa idrica per il futuro, il secondo mira a fare il punto sulla situazione normativa che regola la gestione dei corsi d’acqua», spiega Annalisa Sassi, presidente di Confindustria Emilia-Romagna, secondo la quale il tema della gestione dell’acqua «non si può più affrontare in modo ordinario: proponiamo alla Regione di avviare una stagione concreta di investimenti che metta in sicurezza il territorio, le popolazioni e le imprese».

Secondo lo studio sulla governance dei fiumi presentato dal vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna Gianluca Rusconi, l’obiettivo è quello di sviluppare politiche mirate per ridurre la forte dispersione idrica del nostro territorio e incentivare tecniche di irrigazioni sempre più localizzate, utilizzando tecnologie di precisione.

L’analisi di Confindustria ha sollevato diverse criticità nel sistema di gestione delle risorse idriche, legate alla complessità normativa e alla sovrapposizione di competenze legislative e amministrative tra i vari livelli di governo tra Stato, Regioni, enti pubblici e privati.

 

Lo studio sulle infrastrutture idriche, invece, presentato da Giovanni Martinelli, ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e dal geologo Andrea Dadomo, ha evidenziato la necessità di realizzare invasi di medie e grandi dimensioni per rispondere al fabbisogno di acqua regionale e combattere le situazioni di siccità. In particolare, spicca la necessità di stimolare gli investimenti per la manutenzione e il potenziamento della rete fognaria e dei depuratori, favorendo l’aggregazione di piccoli impianti in impianti di maggiori dimensioni. Le infrastrutture e i grandi invasi sono importanti non solo per il settore idrico, ma sono anche in grado di rispondere alla crescente richiesta di energia elettrica rinnovabile.

Al fine di ridurre il rischio di allagamento, Confindustria sottolinea la necessità di investire in strutture di contenimento adeguate, che resistano a eventi meteorologici estremi e possano al contempo essere tracimate senza subire danneggiamenti.

 

Il tema prioritario resta quello degli investimenti. «Unire il tema degli eventi alluvionali e quello delle carenze idriche in un unico investimento- commenta de Pascale- è interessante: emerge una gran determinazione sul tema della carenza, attraverso risparmi e riusi delle acque, l’agricoltura di precisione, invasi di varie dimensioni. Ora attendiamo il nuovo decreto del governo per potere realizzare un piano di opere che di anno in anno aumenti la sicurezza idrogeologica». Questo però sarà possibile solo nell’ambito di una «strategia unitaria tra Ue, Governo, Regione, semplificando il quadro normativo. Se non ne facciamo un tema di comunità- conclude il presidente della Regione- è impossibile vincere questa sfida».