Mostre

Conferenza stampa mostra Simenon

Conferenza stampa della mostra. Foto di Giulia Goffredi

 

«Perché Bologna? Dopo aver avuto la gestione dell'opera di Georges Simenon, mi è subito venuta voglia di fare una mostra in Italia, perché, in qualche modo, è diventata la seconda patria di mio padre da lontano. Qui ha sempre avuto i lettori più sensibili e più numerosi». John Simenon, curatore assieme a Gian Luca Farinelli della mostra Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere, rievoca l’inizio del lavoro decennale di raccolta di oltre 2000 oggetti e documenti che da stamattina sono visionabili alla Galleria Modernissimo.

Un lungo viaggio, quello del romanziere in giro per il mondo, quello dei suoi personaggi, traghettati fino ai giorni nostri passando da un adattamento all’altro, e quello dei visitatori attraverso i 1300 m² lungo i quali si sviluppa il sinuoso spazio espositivo, progettato dallo scenografo Giancarlo Basili

Si parte dalla Liegi di inizio Novecento, città belga tra le prime a industrializzarsi in Europa, dove nel 1905 si tiene l’Esposizione universale, cui è legato uno dei primissimi ricordi di Simenon: «Questo non lo possiamo comprare, è troppo costoso», gli diceva sua madre. Si continua con la sua giovinezza, raccontata attraverso non solo le foto di famiglia, ma anche le immagini della Liegi occupata dai tedeschi durante la Grande Guerra. 

Segue l’irripetibile Parigi degli anni ‘20, poi le avventure in giro per il mondo, dove Georges si rivela un abile indagatore dell’animo umano anche con la macchina fotografica in mano, la quale, però, dopo questa esperienza, riserverà soltanto per la propria famiglia. 

 

Simenon fotografo. Foto di Giulia Goffredi

 

Quindi è il turno del commissario Maigret, di tutte le sue storie e di tutti i suoi volti, della fuga dal Maccartismo in Svizzera del suo autore, dell’incontro con il Bel Paese e i suoi editori. Nella sala circolare del sottopasso di Piazza Re Enzo prende invece vita il misterioso studio di Simenon, dove agli altri non è mai stato concesso entrare. Gian Luca Farinelli racconta che «nessuno ha mai visto Georges scrivere, ma lui ha tanto parlato del suo metodo di scrittura. Ha raccontato delle buste gialle, dei calendari, delle piume, delle matite» e tutto questo trova spazio proprio in questa penultima tappa.

 

Studio di Simenon. Foto di Giulia Goffredi

 

Non può mancare un’incursione finale nel cinema, dato il grande amore nei suoi confronti che da subito rapisce tanti cineasti, persino qualcuno inaspettato, come il regista Jean-Luc Godard, di cui è esposta una lettera in cui dichiara di voler trasporre una sua opera.  

Ma il viaggio continua, «sicché Simenon dura finché vuoi tu, t’accompagna per tutta la vita, si lega alla tua vita». Così Federico Fellini spiega l’amore italiano per il romanziere. E «forse non è un caso che il numero otto – osserva il figlio John – sia anche il simbolo dell’infinito».

 

 I tanti volti del commissario Maigret sullo schermo. Foto di Giulia Goffredi

 

Informazioni utili

Dal 10 aprile 2025 all’8 febbraio 2026

Galleria Modernissimo

Orari: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì 14.00 – 20.00;

          sabato, domenica e festivi 10.00 – 20.00

          martedì chiuso

Biglietto intero 14€, ridotto Amici Cineteca, studenti UniBO e ragazzi. Gratis fino a 6 anni. 

https://cinetecadibologna.it/programmazione/mostra/georges-simenon-otto-viaggi-di-un-romanziere/