Democrazia

Augusto Barbera, ex presidente della Corte costituzionale. Foto: Ansa

 

La crisi delle democrazie contemporanee, la deriva autoritaria in molti paesi del mondo e lo scollamento del presente rispetto al passato. Questi i temi al centro della riflessione di Augusto Barbera, professore emerito di diritto costituzionale all'Università di Bologna, ex Ministro e già presidente della Corte costituzionale, nel libro Non solo sulla Carta edito da Il Mulino. Il volume, che Barberà presenterà oggi in Salaborsa, contiene anche il contributo di Giuliano Amato, Enzo Cheli e Andrea Manzella, illustri costituzionalisti della storia repubblicana italiana, che intrecciano un dialogo sulla vitalità della Carta oggi e sulle sue radici antifasciste.

 

Il professor Barbera individua nella crisi dei partiti l’origine della piega illiberale che minaccia le democrazie e della loro fragilità sia a livello nazionale che internazionale: «Oggi la democrazia è debole e reagisce con forme di populismo». I partiti, infatti, un tempo luoghi di aggregazione e partecipazione collettiva radicati nella società, sembrano aver perso il loro ruolo di mediatori tra cittadini e istituzioni. «La scomparsa dei corpi intermedi in tutti gli aspetti della nostra vita —spiega Barbera — è una perdita che ha cancellato quella dimensione collettiva che un tempo definiva i partiti, i quali non solo organizzavano la vita politica, ma influenzavano ogni parte della società». E il venir meno, a causa di cambiamenti politici, sociali e comunicativi, di quella partecipazione che permeava la vita pubblica e privata, riflette a sua volta un malessere più profondo: «Non si tratta solo della sfera politica. Sono in crisi tutte le forme di intermediazione. Il lavoro, la scuola, persino la famiglia». Oggi quella collettività sembra svanita, sostituita da una politica «sempre più focalizzata sul leader e sulle tifoserie», troppo concentrata sul presente per poter guardare oltre l’immediato. 

Tra le varie forme di intermediazione in crisi, Barbera segnala anche la stampa: «I giornalisti operano una mediazione intellettuale che oggi viene progressivamente messa da parte. Basta guardare le edicole che vanno morendo».

Oggi quelle fratture sulle quali sono nati i partiti nel secolo scorso, non esistono più: «O meglio sono diverse. Non c’è più la grande fabbrica, il lavoro dipendente si va frastagliando attraverso le forme di esternalizzazione delle imprese. Forse un cleavage, un'opposizione che ancora esiste è la questione dei migranti, ma non so fino a quando reggerà — prosegue Barbera — oggi ci muoviamo all’interno del bipolarismo etico, una contrapposizione tra un’etica dei valori (la vita, la famiglia, l’identità religiosa, per esempio) e un’etica dei diritti (le decisioni sul fine vita, la piena scelta del corpo, l’identità di genere)». La grande differenza, aggiunge, è che si tratta di temi che interrogano e attraversano tutti gli schieramenti politici, sia quelli di destra che di sinistra.

 

Per l’ex presidente della Corte costituzionale, «una democrazia senza partiti è possibile, ma non come la conosciamo, è un’altra cosa. Stiamo attraversando una trasformazione ma siamo ancora troppo dentro per capire in che direzione andiamo». Da qui il costante ritorno alla Carta, che dà identità a una comunità nazionale e ne fa una comunità politica e che, come scritto nell’incipit del libro da Giuliano Amato, «non è un documento cristallizzato nel tempo ma un codice attuale di vita politica e istituzionale». Si rivendica la vitalità della Costittuzione, e tutto quello che c’è dietro, compresi i valori culturali che hanno permesso un faticosissimo equilibrio e bilanciamento tra le varie anime della Costituente. «Al dibattito odierno, così gravato da inappropriate improvvisazioni — continua Amato nell’introduzione — a noi sembra mancare il filo, la trama, il contesto che legano il passato all’avvenire».