Guerre commerciali

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Il porto di Ravenna, vista sul piazzale trasporto container (Foto Ansa)

 

 

A tremare più di tutti è il settore dei mezzi di trasporto. E poi quello dei medicinali e dei prodotti farmaceutici e dei materiali da costruzione in terracotta. Ma anche prodotti caseari, con il Parmigiano Reggiano in prima linea, carne lavorata e conservata, pizze e torte salate. Questi i settori che rischiano di più per i dazi statunitensi già entrati in vigore e previsti.

L’Emilia-Romagna è la seconda regione italiana per esportazioni negli Stati Uniti: con la percentuale di export pro-capite più alta d’Italia, nei primi nove mesi del 2024 gli Usa sono diventati il primo mercato di destinazione dei nostri beni. Per la regione guidata da De Pascale, gli Usa rappresentano il primo mercato di destinazione dell'export di beni, scavalcando per la prima volta la Germania. Tra gennaio e settembre 2024, secondo i dati Istat, l’Emilia-Romagna ha esportato verso gli Usa circa 8 miliardi di euro di prodotti (pari al 12,7% dell'export regionale), un flusso in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+4,9% a valori). Se si considera l’intero anno, l’ammontare totale delle esportazioni dovrebbe essere pari a poco meno di dieci miliardi e mezzo di euro. Secondo Confindustria, l’introduzione dei dazi avrà un impatto negativo sul Pil  nazionale dello 0,4%, nel 2025. A tal proposito, Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria con delega al lavoro e alle relazioni industriali, avverte: «Dobbiamo reagire anche cercando altri mercati con cui si possa commerciare liberamente, ad esempio, potremmo sottoscrivere un accordo con i paesi del Mercosur, lo spazio commerciale dell'America latina». Anche i consumatori statunitensi potrebbero subire delle ripercussioni. «L'intento di Trump è quello di spostare la produzione direttamente negli Usa ma ci sono tante filiere che non possono essere trasferite facilmente: penso ad un settore che conosco bene come quello del farmaco, i tempi sarebbero molto lunghi e non è chiaro come si possano sostituire velocemente prodotti strategici di questo tipo», chiosa Marchesini.

Secondo Unioncamere, i settori che esportano maggiormente negli Stati Uniti e quindi più soggette ai dazi, sono quello dei mezzi di trasporti, con una vendita di tre miliardi e duecento milioni di euro (il 31% dell’export totale). A seguire, l’agroalimentare, per quasi un miliardo di euro e il 9,5% del totale. Infine, il settore del biomedicale, con 77 milioni di euro e l’1,7% delle esportazioni.

I beni maggiormente esportati sono gli autoveicoli, che da soli valgono per la regione oltre due miliardi e seicento milioni di euro, secondo i dati del 2024, con una variazione del 21,3% rispetto al 2023. I medicinali rappresentano un’entrata di oltre seicento milioni di euro, l’8,2% in più rispetto all’anno precedente. I materiali da costruzione in terracotta, come coppi, tegole e mattonelle, generano un introito di quasi seicento milioni. E poi, per i beni alimentari, i prodotti caseari, con oltre duecento milioni di euro e il 22% in più rispetto al 2023; la carne lavorata crea un volume d’affari di oltre 160 milioni di euro e il 15,4% di variazione rispetto all’anno precedente. In aumento rispetto anche al 2023 l’export di bevande, che sfiora i 150 milioni di euro (+10,7% rispetto al 2023) e i prodotti da forno, per un totale di 118 milioni di euro e un aumento di oltre il 30%.

Ma quali sono i prodotti più apprezzati negli Usa? Se si guarda alle vendite oltreoceano del 2023, ultimo anno di cui abbiamo i dati completi, domina il settore degli autoveicoli, compresi le auto da corsa, che rappresenta il 18% del totale dei beni, per quasi due miliardi di euro e 11 milioni di kg di prodotti. Seguono le piastrelle, con 506 milioni di euro e il 5%, i farmaci, con 425 milioni di euro e il 4% dell’export totale. Importante peso nell’esportazione hanno le macchine e apparecchi per il packaging, che con 285 milioni di euro rappresentano il 3%. Seguono le barche a motore: fruttano 206 milioni di euro per un 2% del totale. Per quanto riguarda il settore alimentare, spiccano Parmigiano e Grana Padano: rappresentano il 2% del totale, con un introito per la regione di 163 milioni di euro… 320mila forme di Parmigiano e Grana! La carne di maiale, con quasi 8 milioni di chilogrammi esportati, fa incassare 100 milioni di euro. Anche pizze e torte salate sono molto apprezzate negli Stati Uniti: l’Emilia-Romagna incassa 47 milioni di euro dalle esportazioni, con più di 9 milioni di chilogrammi di prodotti da forno. Infine, l’acqua minerale: 39 milioni di euro e 64 milioni di litri.