innovazione

In Emilia-Romagna si faranno leggi più rapide e di maggiore qualità. E con l’intelligenza artificiale. È il progetto Savia, che verrà messo a punto da Cineca prima della sperimentazione in Regione. Savia, “cose sagge” in latino, non sarà un’IA generativa come ChatGpt, cioè non produrrà testi “nuovi” a partire dal database su cui è stato addestrato: l’obiettivo del progetto è piuttosto affiancare e semplificare il lavoro umano anche quando si tratta di fare leggi.

Questo nuovo modello sarà infatti addestrato esclusivamente sul corpus legislativo della Regione Emilia-Romagna, al quale saranno via via integrate informazioni su impatti, obiettivi raggiunti ed efficacia complessiva. In questo modo sarà possibile avere uno strumento completo, che conoscerà i minimi dettagli di qualunque legge o atto amministrativo. L’addestramento su un corpus così strutturato, assieme al delimitato ambito di applicazione, consentirà anche di ridurre al minimo le allucinazioni, quel fenomeno a causa del quale l’IA, senza accorgersene, fornisce risposte false o errate pur spacciandole per vere.

«Savia è uno strumento per il bene comune, per la qualità delle leggi – ha commentato Emma Petitti, la presidente dell’Assemblea legislativa –, per attuare il diritto a una buona amministrazione». Anche per questo, come prima applicazione pratica Savia è stato sperimentato sulla legge regionale che riguarda la partecipazione «proprio perché il progetto intende favorire la partecipazione della comunità regionale all’attività delle Istituzioni».

Per Francesco Ubertini, presidente di Cineca, Savia è anche l’occasione per «promuovere una comprensione critica ed etica delle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale», che diventa sempre più centrale anche quando si parla di cosa pubblica, soprattutto se si pensa a quanto, invece, il settore sia più avanti nel privato. L’Europa sta cercando di correre ai ripari, ma quello di Savia è il primo esempio nazionale di questo tipo e uno dei pochi strumenti sul territorio europeo. Per Ubertini Savia sarà utilizzato «per esaltare le qualità umane, non per limitarle»: un’IA di supporto e potenziamento, ma anche di semplificazione del lavoro, quindi, e non di passiva e meccanica sostituzione.

 

Come l'IA può aiutare tutti, anche i giornalisti

Strumenti simili (ChatPDF o Perplexity.ai per nominarne un paio) sono già oggi disponibili e ampiamente utilizzati da varie categorie, professionali e non solo, per velocizzare il proprio lavoro e renderlo nel contempo più preciso e puntuale. È possibile, per esempio, “dialogare” con un file pdf, riassumerlo, porre domande e ottenere risposte, senza che sia necessario leggere minuziosamente ogni singola pagina. In questo modo anche verificare che l’informazione e la risposta riportate siano corrette diventa più facile – che poi è uno dei compiti principali del giornalismo.

Prendiamo come caso concreto la legge regionale dell'Emilia-Romagna n. 24/2017 sul consumo di suolo, un testo con 80 articoli lungo oltre 40 pagine. In questo caso è stato utilizzato ChatPDF per interagire con il documento, ma il funzionamento è simile a quello di altri siti o applicazioni. Una volta analizzato in pochi secondi il file, ChatPDF ci suggerisce immediatamente alcuni argomenti da approfondire, come per esempio quali sono i principi fondamentali della legislazione statale che la legge 24/2017 rispetta o quali sono i livelli minimi essenziali dei sistemi delle infrastrutture e dei servizi che devono essere garantiti in tutto il territorio regionale.

Chiedendo di fare un riassunto vengono fuori, in poche righe, i punti salienti della legge, che possono eventualmente essere approfonditi con ulteriori domande.

 

Se, per esempio, ci si vuole focalizzare su come la legge tuteli e promuova la sostenibilità ambientale, ChatPDF semplifica il lavoro indicandoci non solo le modalità previste dalla legge, ma anche le pagine in cui quelle disposizioni sono contenute, così da permettere anche una rapida verifica.

 

Allo stesso modo possiamo approfondire se e come la Regione finanzierà la rigenerazione urbana.

 

Questi sono esempi molto semplici, che però restituiscono il volto buono – come pure il progetto Savia è stato definito – dell’intelligenza artificiale: quello, cioè, di uno strumento che può automatizzare e velocizzare alcuni compiti, consentendo un notevole risparmio di tempo che a sua volta può – o meglio dovrebbe – tradursi in una maggiore qualità finale, anche grazie a una maggiore (e forse meno faticosa) capacità di controllo delle informazioni.

 

Foto Ansa