Quindici

Giugno sarà un momento di conferme o cambiamenti per molti comuni emiliano-romagnoli. Tra gli altri, andranno alle urne l’8 e il 9, in concomitanza con le elezioni europee, anche i cittadini forlivesi, dopo cinque anni sotto la giunta di centrodestra guidata da Gian Luca Zattini, 69 anni, che nel 2019 aveva trionfato al secondo turno con il 53%. Negli ultimi 12 mesi di mandato, la città ha fronteggiato svariate difficoltà dopo la disastrosa alluvione di maggio. Nella gestione dell’emergenza, ci sono state non poche critiche verso l’attuale amministrazione, soprattutto rispetto al ritardo nei rimborsi. Ma questo non sembra intimorire l’attuale primo cittadino, che già a dicembre ha confermato la sua candidatura anche alle prossime Amministrative, in testa alla coalizione.

Fumata bianca anche per il centrosinistra, che ha annunciato Graziano Rinaldini, 67 anni, come candidato. Personalità proposta dal Pd e poi appoggiata anche da Movimento 5 Stelle, Socialisti, Verdi, Sinistra italiana e lista civica Forlì e Co. Per 23 anni presidente della cooperativa Formula Servizi, dopo il pensionamento Rinaldini non aveva considerato la possibilità di candidarsi a sindaco. «Sono stato convinto da alcuni amici – ha detto – e fino alla fine non volevo accettare, ma credo che Forlì abbia bisogno di progettare il futuro e in questi cinque anni non è stato fatto. Oggi le amministrazioni di tutte le città, non solo della mia, devono pensare ai prossimi 20/30 anni in termini di vivibilità, ambiente, respirabilità dell’aria, infrastrutture e pensionati».

Una visione, quella della sinistra, proiettata quindi al futuro, che mantiene sempre un occhio sul presente, in particolare sulla libertà e i diritti degli esseri umani. Un obiettivo che è quasi un motto per Rinaldini: «Vogliamo riportare il focus su questi concetti, è preoccupante che l’Italia sia così in basso nella classifica globale sulla libertà di stampa – ha affermato – Alcune dichiarazioni della destra al governo sono preoccupanti e ci hanno toccato da vicino durante le recenti manifestazioni degli alluvionati. Metteremo al primo posto diritti e libertà in qualsiasi progetto». Ma ancora manca un programma vero e proprio, perché per stilarlo la coalizione vuole prima ascoltare tutti i cittadini che vorranno esprimere esigenze e opinioni. «Si chiameranno cantieri di ascolto e saranno veri e propri appuntamenti, organizzati tramite i nostri canali social, in cui ci metteremo a disposizione delle persone che vorranno esporsi – ha spiegato il candidato –. Quest’attività durerà qualche settimana, prima di allora non butteremo giù nessun programma».

Per la coalizione di destra sarà importante portare avanti gli obiettivi non completamente raggiunti durante l’attuale mandato. «Da giugno 2019, quando è stato eletto Gian Luca Zattini, si è susseguita una serie di sfortunati eventi, a cominciare dal Covid fino ad arrivare all’alluvione – ha detto Massimiliano Pompignoli, capogruppo della Lega e consigliere regionale del partito – A rimetterci sono stati alcuni punti del programma elettorale, come la riqualificazione del centro storico con alcuni eventi che abbiamo dovuto annullare per cause di forza maggiore. Già nei cinque anni passati abbiamo cercato di cambiare rotta rispetto a quella che è stata la gestione del Pd negli ultimi 50 anni». E a proposito di situazioni straordinarie, l’alluvione sarà presumibilmente al centro del dibattito durante la campagna elettorale. «Per non farci penalizzare dagli eventi di maggio, dovremo essere bravi nel ribadire che l’amministrazione ha gestito come poteva l’evento e che parte delle responsabilità sono da attribuire anche ad altri enti – ha spiegato Pompignoli – Il Comune poco poteva fare, non aveva le competenze nella gestione dei fiumi, delle risorse idriche».

Ma c’è chi ancora chiede risposte sulle tempistiche dei ristori, «anche su questo fronte la giunta non può fare molto, se non agevolare, come ha già fatto, la Regione nella ricognizione e nell’interfaccia tra cittadino ed ente che dovrà indennizzare. I tempi e la percentuale dei rimborsi dipendono unicamente dal Governo. Speriamo arrivino presto, anche se capiamo la difficoltà nel trovare più di 9 miliardi di euro». Per quel che riguarda le possibili alleanze ancora da definire, Italia Viva e Azione risultano tuttora contesi tra le due coalizioni. Il terzo polo nel 2019 aveva ottenuto più del 9%. Marco Lombardo, segretario regionale di Azione ed ex Pd, è stato di recente a Forlì per incontrare Zattini. Tutto fa pensare a un possibile sostegno del partito, che però a livello locale non è così scontato.

Diversa la questione per Italia Viva, gruppo rappresentato in città dal giovanissimo Leonardo Gallozzi, 21 anni, che per il momento non ha fatto trapelare nessuna preferenza tra le due coalizioni. Nelle ultime settimane si è diffusa la voce di una possibile discesa in capo della lista civica Rinnova Forlì, nata da un’associazione di alluvionati ma composta anche da vecchi moderati. La presidente Alessandra Bucchi ha ribadito negli ultimi giorni che ancora non si è deciso di formare una lista politica né tanto meno si è valutata alcuna candidatura o l’appoggio ad alcun candidato sindaco. Il centrosinistra appare interessato: «Nella nostra coalizione c’è spazio per una lista di moderati, infatti abbiamo chiesto un incontro a Rinnova Forlì – ha detto Rinaldini – Loro nascono per la necessità di essere ascoltati, se diventeranno una lista saranno parte integrante della coalizione, potendo dare stimoli e suggerimenti». Anche il centrodestra si dichiara aperto ad altre alleanze, «ma un movimento nato dalla contestazione, schierandosi in politica rischia di perdere il senso alla base dell’associazione – ha dichiarato il capogruppo della Lega – Sono sempre stati contro un sistema politico regionale e governativo, risulta difficile pensare che si possano schierare da una parte o dall’altra, dovrebbero rimanere un movimento che vigila e fa da pungolo dell’amministrazione».

 

Piazza Aurelio Saffi a Forlì. Foto Ansa

L'articolo è stato già pubblicato sul Quindici n. 16 del 15 febbraio