Protesta

Salari, contratti, sanità, istruzione, pensioni. Da queste istanze parte il percorso di mobilitazione “Adesso basta” indetto da Cgil e Uil contro la legge di bilancio e a sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale. In seguito alla protesta dello scorso 17 novembre che ha interessato lavoratori e lavoratrici dei settori pubblici, scuola, poste e trasporti, venerdì 24 novembre saranno i settori privati delle regioni del nord Italia a scioperare.

«Protestiamo contro una legge di bilancio che disegna un’idea regressiva di un paese che utilizza 16 miliardi di extradeficit per una serie di risposte micro settoriali che non servono a niente e a nessuno - ha detto Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Emilia-Romagna - anzi sono utili solamente a mascherare il fallimento delle promesse elettorali di questo governo. Un esempio clamoroso è la promessa di superare la Fornero e arrivare a quota 41 per tutti che invece si sta traducendo nella cancellazione della stessa per riscriverla in peggio. Aggiungo che da emiliano-romagnoli siamo indignati in quanto nella legge di bilancio non è presente un solo euro per i risarcimenti e i ristori delle popolazioni alluvionate».

Previsto il fermo di otto ore quindi dell’intera prestazione lavorativa giornaliera dei dipendenti del settore privato, con un corteo che partirà alle ore 9 da piazza XX Settembre e terminerà la sua marcia in piazza Santo Stefano, dove dopo gli interventi dei delegati ci saranno le conclusioni del segretario generale nazionale della Fiom, Michele De Palma

«Si tratta di uno sciopero che dà voce al paese reale nel quale viviamo, al di là della narrazione di convenienza che il governo può raccontare. – ha spiegato Marcello Borghetti, segretario generale Uil Emilia-Romagna – Scioperiamo a causa della drammatica crisi dei redditi e del precariato e soprattutto per le mancate promesse elettorali del governo Meloni che avrebbe dovuto azzerare la legge Fornero, invece non fa altro che peggiorare la situazione pensionistica. Il governo ci contesterà il diritto di sciopero ma non gli riuscirà»

A ridosso della giornata internazionale contro la violenza di genere (25 novembre), sarà previsto un minuto di silenzio per Giulia Cecchettin e tutte le donne vittime di violenza. «È un paese che sta perdendo un po' la bussola. – ha aggiunto Borghetti – Da uomo sono esterrefatto e continuo a chiedermi cosa si possa fare per fermare omicidi che capitano ogni tre giorni. Ritengo che non possiamo accontentarci ogni volta di restare colpiti rispetto a qualcosa che non deve accadere. Le piazze saranno un’occasione per dire e fare qualcosa».

 

Nell'immagine Massimo Bussandri e Marcello Borghetti

Foto Lorenzo Trisolini