Osservatorio prezzi
L’inflazione non cala, anzi, secondo l’Istat a settembre si è attestata intorno al 5,3% con un incremento mensile dello 0,2%. Un aumento dei prezzi a questi livelli ha inevitabilmente delle ricadute pesanti sulle famiglie, sulle quali secondo Federconsumatori incide annualmente per 1.579 euro.
Anche dal nostro Osservatorio prezzi, che ha cadenza bisettimanale, abbiamo fotografato un andamento piuttosto fermo dei beni alimentari. Ecco cosa è emerso.
Il quadro sostanzialmente rimane stabile e non è una bella notizia. Esaminando la tabella, l’unico prodotto di cui notiamo un calo importante è il latte intero, che arriva fino a -0,30 centesimi. Per la restante parte permane un certo immobilismo, eccezion fatta per alcuni prodotti, che in alcuni supermercati fanno segnare degli aumenti come caffè +0,40 e la pasta +0,10.
Dati questi che vengono confermati anche dall’ umore della gente, come ci confida Maria Grazia, pensionata: «Solitamente spendevo per fare la spesa 120 euro, adesso per quegli stessi prodotti parliamo almeno 180 euro. Un aumento tra il 20 e il 30%, che nella mia condizione pesa notevolmente. Adesso faccio più attenzione ai prodotti in offerta e mi muovo di conseguenza».
I rincari non risparmiano nessuno, tantomeno, gli studenti universitari. «Il budget che mi riservo per fare la spesa si aggira attorno ai 50 euro e cerco di farmela bastare almeno per due settimane – ci confessa Rebecca, studentessa del conservatorio – inoltre, essendo vegetariana, avverto molto di più il rincaro su prodotti come frutta e verdura». Altre volte, la differenza sul carrello della spesa lo vive maggiormente chi arriva da altre regioni, specialmente del sud Italia. Come nel caso di Melina, pensionata campana, arrivata in città per venire a trovare la figlia: «Fare la spesa a Bologna costa il doppio rispetto a giù. Per fare un esempio concreto il costo della passata di pomodoro che qui trovo sullo scaffale a due euro, nella mia città per lo stesso prodotto spendo un euro in meno. Questo spinge inevitabilmente a fare scelte differenti, magari orientandoci su dei prodotti di una fascia più bassa».