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Via libera dal Comune: con un aumento di capitale da 15 milioni la Fiera di Bologna troverà il suo spazio tra le società quotate in borsa. L’esordio in Piazza Affari arriverà a fine anno, al massimo nelle prime settimane del 2024: la destinazione sarà il segmento Pro del mercato Egm (Euronet Growth Milano, organizzato e gestito da Borsa Italiana) dove le azioni possono essere acquistate esclusivamente da investitori professionali. Un traguardo frutto di un piano progettato a lungo, a cui l’expo giunge dopo aver lavorato al proprio consolidamento patrimoniale grazie agli investimenti dei soci pubblici, che hanno messo sul piatto soldi, terreni e immobili, e all’ingresso di Informa, società britannica tra i più importanti organizzatori fieristici al mondo.

L’ultimo tassello per completare l’approdo è arrivato questa mattina: il Comune, oltre alla delibera che dà il via libera alla quotazione, ha ceduto al quartiere in diritto di superficie per la durata di 30 anni il Parco Nord, un’area che vale 4.8 milioni di euro, e ha conferito in piena proprietà due piccole porzioni stradali a completamento dell’aumento di capitale del 2022 con cui erano stati conferiti il Palazzo dei congressi, il Padiglione polivalente e terreni funzionali al piano industriale. Tutti immobili che si aggiungono al Palazzo degli affari conferito dalla Camera di Commercio.

«Il patrimonio immobiliare della Fiera nel 2016 era di 350.000 metri quadrati, oggi il perimetro sotto responsabilità della società sfiora il milione – fa i conti il direttore generale Antonio Bruzzone –, a spanne, parliamo di 200 milioni di euro di valore».

Con l’ultimo aumento di capitale, tra i versamenti di denaro, i conferimenti immobiliari e la copertura delle quote inoptate dagli azionisti, il Comune è il socio più importante: detiene il 26.34% del capitale (percentuale che aumenterà ulteriormente con la cessione del Parco Nord). A seguire la Camera di commercio che ha il 19.77%, la Regione con 9.44% e la Città metropolitana con 9.10%. Il controllo pubblico sulla Fiera sfiora quindi il 70%, quota che potrebbe scendere con l’ingresso in Borsa lasciando però i pubblici in maggioranza con un flottante che dovrebbe attestarsi a circa il 30% del capitale.

L’operazione consentirà di aumentare la visibilità sul mercato, fornire ai soci un valore trasparente della società e favorire l’ingresso di nuovi soci: «La nostra strategia è chiara, investire in un soggetto che saputo recuperare dopo la pandemia» ha concluso Buzzone.

 

Nell'immagine l'ingresso di Bologna Fiere. Foto Dire.