Concerto

Il Teatro Duse ieri si è trasformato in un tempio della musica e ha vibrato grazie alla tecnica del chitarrista australiano Tommy Emmanuel e del collega britannico Mike Dawes, che hanno riscaldato una sala sold out con il loro virtuosismo. Dawes ha aperto la serata lanciando un dialogo con il pubblico, che non si è mai sottratto a partecipare attivamente. Battute, canti, torce dei telefoni accese, che hanno creato un’atmosfera un po’ alla “Star Wars”, come ha detto scherzando dal palco.

Emmanuel, nominato nel 2017 e 2018 “miglior chitarrista acustico del mondo”, ha intrattenuto la platea con una sintesi di blues, folk, jazz e rock’n’roll. Lo stile che lo ha reso celebre prevede l’unione di fingerpicking e intermezzi da percussionista. La chitarra viene picchiettata, schiaffeggiata e grattata. Un simile trattamento viene riservato al microfono, colpito anche con la testa. L’insieme crea un gioco di battiti e melodie con un avvicendamento di arpeggi, che uniscono in un’unica performance generi, emozioni e ritmi differenti. Assistendo, è facile comprendere cosa intendesse Emmanuel, quando ha dichiarato a InCronaca: «Mi piace tutto quello che possiede anima e cuore».  La sua canzone più ascoltata, Angelina, non poteva mancare nella ricca scaletta, in cui figurano anche Johnny B. Goode e un tributo a Chet Atkins, una delle sue prime fonti di ispirazione. Entrambi i musicisti hanno calcato il palco da soli prima di unirsi in un duetto per le rielaborazioni di Fields of gold di Sting e di Smells like teen spirit dei Nirvana, tratte dall’ultimo progetto realizzato insieme. Dopo un caloroso applauso del pubblico concedono un bis con Slow dancing in a burning room di John Mayer.

Uno spettacolo apprezzatissimo dai presenti: per Matteo, 38 anni, il chitarrista australiano è “sempre una certezza”. Silvia, 33 anni, è entusiasta: «Un concerto strepitoso per tecnica e energia». Maria Rita, sessantaduenne, assiste per la prima volta a un concerto dei due chitarristi e aggiunge: «Entusiasmante. Tommy Emmanuel è un “mostro” ma secondo me Mike Dawes è veramente incredibile». Il trentatreenne Federico è convinto: «Tommy regala ogni volta un’emozione diversa. Potrebbe suonare la stessa canzone duecento volte e ogni volta potrebbe darti qualcosa di incredibile. Un fenomeno!».

 

Nell'immagine Tommy Emmanuel. Foto: ufficio stampa Teatro Duse