disservizio
Azione chiede al Comune di Bologna chiarimenti sui servizi svolti dallo “spazzino di quartiere” e sui costi del servizio, temendo «nella peggiore delle ipotesi, un possibile danno erariale». Tramite il segretario cittadino Andrea Forlani e il componente della direzione provinciale Mauro Coluccio, il partito chiede al Comune di Bologna di chiarire dov’è finito il contratto sui servizi svolti dallo spazzino di quartiere. «Speriamo sia una svista». Coluccio dice che «lo scorso 30 giugno il Comune ha annunciato, in un comunicato, l’istituzione dello “spazzino di quartiere” che avrebbe dovuto integrare i servizi di spazzamento già presenti. Queste mansioni sembrerebbero già previste nel precedente contratto di gestione dei rifiuti nell'area metropolitana di Bologna da 1,77 miliardi, già stato firmato nel dicembre del 2021, e valido per 15 anni». Dunque, dal momento che l'amministrazione parla di un costo del servizio di 1,25 milioni nella seconda metà del 2022 e di 2,5 milioni l'anno a partire dal 2023, secondo Forlani «c'è la possibilità che i cittadini paghino due volte lo stesso servizio». Il segretario conclude: «Sull'Albo pretorio non abbiamo trovato nessun contratto che regoli questo servizio».
Forlani riassume alle telecamere: «Leggendo il contratto di servizio stipulato i dubbi che sorgono sono tre. Il primo è che le attività svolte dallo spazzino di quartiere siano già comprese nel precedente contratto. Questa sarebbe la cosa più grave perché vorrebbe dire che i cittadini hanno pagato due volte per lo stesso lavoro. La seconda ipotesi è che la suddetta attività non fosse compresa inizialmente e che dunque sarebbe stata aggiunta sei mesi dopo. La terza possibilità è che lo spazzino fosse già integrato; ma allora perché l’amministrazione ne ha dato notizia sei mesi dopo? Il primo atto è pubblico, ma non abbiamo notizia del contratto su questa particolare figura. Abbiamo fatto la richiesta di accesso agli atti tramite il nostro consigliere di quartiere Paolo De Fraia, ma in quattro mesi nessuno ci ha risposto. Che sia un errore di comunicazione o peggio, il Comune non ne esce bene. Non possiamo che rendere pubblica la questione.
Azione non ha rappresentanti in consiglio comunale e confessa di fare molta fatica a dialogare con l’amministrazione: «Se avessero dato risposta alla nostra istanza di accesso agli atti, probabilmente la questione si sarebbe già risolta».
Nell'immagine Andrea Forlani: foto di Giovanni Guidi